Terzo album in studio per i
Nergard, che si staccano di dosso l'etichetta di '
all star band' costruita intorno alla figura di
Andreas Nergård, e diventano una band con una line-up stabile, che prevede ben tre cantanti! Il progetto, insomma, è ambizioso come sempre, e stavolta Andreas va a creare un concept album incentrato sulla tragica storia della "
Catastrofe di Øyfjellet", ossia un tragico episodio che coinvolse un esercito svedese-finlandese, una tragica ritirata durante una guerra contro i norvegesi, che si concluse in un bagno di sangue.
La tematica, ovviamente molto nota in patria, è lo sfondo ideale per una storia tragica ed avventurosa, che fornisce ad Andreas una tela perfetta per dipingere il suo concept. Musicalmente, quindi, questo "
Eternal White" si muove molto tra nuovi Kamelot, Nightwish, accelerazioni pesanti ed aperture melodiche che mi ricordano i Serenity, ed il tutto risulta convincente innanzitutto per l'amalgama creata dai tre cantanti, che coprono registri vocali diversi, ma soprattutto perché le composizioni sono convincenti, scritte bene ed arrangiate con intelligenza.
L'album parte in pompa magna con la Kamelot-esca "
God forgive my Haunted Mind", ma i momenti esaltanti non mancano, e penso ad esempio a "
Downfall", un bel brano power, melodico e potente, o a "
From the Cradle to the Grave", che sa strizzare l'occhio alla band di Holopainen, senza perdere di originalità ed interesse.
La produzione è ottima, forse un filo troppo 'in griglia', ma al netto di qualche calo di attenzione fisiologico, "
Eternal White" si rivela un ascolto piacevole, non stancante, molto melodico ma potente e ben costruito. E bravo Andreas.
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