A mantenere alto il vessillo del thrash metal arrivano dalla Svezia gli
Insane (certo che un po’ di fantasia in più per il nome non avrebbe guastato), che si aggiungono alla lunghissima lista di band che, negli ultimi anni, riportano in auge un certo tipo di sonorità ormai più che trentennali.
Anche il combo di Kristinehamn, infatti, si rifà a quanto dettato, a metà degli anni ’80, da band quali Deathrow, Razor, Possessed e via dicendo. Non c’è molto spazio per la fantasia, quindi, né tantomeno per l’innovazione, lungo i solchi di “
Victims”, secondo full length del quartetto svedese, licenziato, manco a farlo apposta, proprio dalla
Dying Victims (!!!), ma d’altra parte nessuno si sarebbe aspettato il contrario da una band old school thrash metal.
Dalla loro hanno, oltre ad un’attitudine indiscutibile, un riffing più che buono e abbastanza variegato, repentini cambi di tempo (frequenti, infatti, sono i rallentamenti che stemperano la tensione dei tupa-tupa selvaggi che dominano buona parte dei brani), un singer che porta alla memoria i vecchi fasti di gentaccia come
Jeff Becerra,
Tony Portaro, e perché no, il nostro mitico
A.C. Wild, e un songwriting tutto sommato vario, basti pensare ai già citati rallentamenti, o ancor di più alle tastiere che introducono, in maniera oscura e misteriosa “
At dawn they die” e “
Oblivious void”, prima che la furia torni a farla da padrona nel prosieguo dei brani.
Come spesso sottolineo, album come questo “
Victims” per ovvi motivi non possono ambire a diventare capolavori del genere, ma di contro assolvono perfettamente al proprio compito, e cioè quello di rimpinguare la scena e portare nuova linfa. Certo c’è molto da selezionare, perché non è tutto oro ciò che luccica, e per questo ci siamo qua noi a darvi le dritte del caso. Nello specifico, gli
Insane meritano una chance, conoscono la materia e la maneggiano alla grande.
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