Come può una definizione del calibro di “surreal beat garage band” non stimolare la curiosità di scribacchini vari e “semplici” musicofili?
E’ quasi impossibile, e durante l’audizione di “Strane costellazioni e/o altri mondi”, esordio sulla lunga distanza de I Recidivi, non si può che concordare con tale espressione coniata dagli stessi ragazzi milanesi per descrivere la propria essenza artistica.
Garage, beat, testi irrazionali che sanno anche esprimere concetti di “spessore” sono, infatti, gli elementi basilari di questo piacevole dischetto, in cui troverete però anche radiazioni funky (la bella “Rapina”), rifrazioni ska/reggae (“La casa dei topi”, il finale di “Strane costellazioni”, una traccia complessivamente davvero convincente), importanti contribuzioni psichedeliche (le eccellenti “Venusia”, con qualche graffiatura non troppo distante dall’hard rock, e “Verso la fine del viaggio”) e una dispersione diffusa di pop e rock, con le gustose tastiere di Antonello Raggi e la chitarra fluida e acuminata di Alberto Genovese a fare da prezioso collante tra le varie suggestioni musicali.
In questo clima così “particolare” e, se vogliamo, un po’ “settoriale”, non sempre l’amalgama strutturata tra i percorsi armonici e le architetture lirico/concettuali colpisce completamente nel segno, ma è altresì innegabile che oltre ai casi già menzionati, situazioni aggiuntive quali “Gli aerei che non volano”, “Folletto” e “Case popolari” riescano nel loro intento di intrattenere e in qualche frangente pure far riflettere, con un atteggiamento mordace e apparentemente “disimpegnato”, ma senza cadere nel rischio della “demenzialità” grossolana ed esclusivamente fine a sé stessa.
Se vi piacciono queste ambientazioni o siete in vena di “esplorazioni” leggermente inusuali, potrebbe essere stimolante dare un ascolto al lavoro di questo bravo e simpatico quartetto di “incorreggibili” … non sarà ancora, a proposito di viaggi spaziali, “… un grande balzo per l'umanità”, tuttavia questo primo “passo” sa farsi apprezzare, preludendo, viste le qualità già messe in evidenza e auspicando una “naturale” maturazione che sappia arrotondare qualche “spigolo”, ad un “cammino” futuro ancora più agile e sicuro.
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