Più ignoranti, immarcescibili, oscuri e indissolubilmente legati alla tradizione del loro paese, tornano gli
Ungfell che con
"Es Grauet" ci regalano una delle migliori uscite, fino ad oggi, in ambito estremo del 2021.
In occasione del nuovo lavoro,
Menetekel, la mente dei nostri, accompagnato dal batterista
Vâlant, si cimenta in una sorta di concept album ambientato in una non precisata epoca premoderna all'interno di un villaggio rurale svizzero, apparentemente idilliaco, in cui, invece, non tutto è come sembra, narrandoci, infatti, una storia fatta di omicidi, dissolutezza, e paura che, dal punto di vista squisitamente musicale, si traduce in un black metal feroce, dallo spirito innegabilmente folk e pagano.
L'ascoltatore viene, letteralmente, travolto, dalla barbarie esecutiva dei Nostri i quali, intelligentemente, rendono i brani molto vari grazie ai cambi di tempo costanti, agli umori diversi di ogni singolo pezzo, e ad architetture mai troppo lineari che consentono agli
Ungfell di fondere suoni come il canto degli uccelli, le campane, i campanacci delle vacche, la pioggia o le note di un gallo con la violenza degli strumenti elettrici, il tutto all'interno di brani epici, medievaleggianti, oscuri fino al nero senza luce, ma anche molto dinamici, quasi "divertenti" in alcuni passaggi da sagra della birra e, al contempo, maledettamente inquietanti e gonfi di orrore in tante altre partiture.
La cosa migliore di
"Es Grauet" è proprio la perfetta fusione di tutte le sue parti: i frequenti arpeggi di chiara matrice folk, i blast beats devastanti, i cori ora epici ora monastici, le urla sguaiate di
Menetekel, le irresistibili melodie di matrice pagana, lo spirito germanico di ogni brano (con tanto di jodel), il forte senso di appartenenza, l'uso di strumenti inusuali, il gelido riffing nordico, sono tutti elementi magnificamente esaltati minuto dopo minuto in una sorta di magico equilibrio che impedisce di giudicare l'album solo in un senso o solo in un altro.
Gli
Ungfell, al di sotto della superficie, mettono in mostra una capacità di arrangiamento davvero notevole e riescono a scrivere un disco di black metal intransigente, ma mai monotono, ricco di suggestioni ed atmosfere che, difficilmente, è possibile riscontrare in lavori del genere, lavori, cioè, con i quali divertirsi ma dei quali avere, anche, paura.
Se amate i tempi andati dei cavalieri, se amate il black tutt'altro che scontato, se siete appassionati di folk/pagan metal e se, soprattutto, cercate qualcosa di inusuale per quanto inserito nel solco della tradizione, allora
"Es Grauet" è un album irrinunciabile che, conferma, tra le altre cose, il talento di un gruppo troppo poco conosciuto.
Grandi!