Quinta fatica in studio per i norvegesi Tristania, che tornano a far parlare di sé con il nuovo album "Illumination".
Lasciata la strada vecchia per la nuova intrapresa con "Ashes", il combo nordico capitola sotto il peso di dinamiche melodiche orecchiabili e linee compositive lineari, decisamente più alla portata di un pubblico non esperto.
Le incisive ritmiche death, intrecciate ad un cantato che alterna ruvidi momenti growl a cori sinfonici, trovano uno spazio assai più ristretto rispetto a quanto già apprezzato in "Beyond the Veil" e accantonano in un angolo i baroccheggianti intermezzi di archi e gli spot di matrice gregoriana.
Prodotto e arrangiato con la maestria di chi conosce le leve del successo, e Waldemar Sorychta (Lacuna Coil, The Gathering, Tiamat, Samael) le conosce alla perfezione, "Illumation" non apporta nulla di nuovo al saturo, sovrabbondante e claustrofobico mondo gothic, ma merita comunque un ascolto approfondito.
Menzione di merito per la riuscita opener "Mercyside", banco di prova per saggiare l'ottimo lavoro svolto dal team di Mr. Sorychta.
Le doppie linee vocali, i controcori e l'incantevole performance di Vibeke Stene affondano la prima ragguardevole stoccata. Si prosegue sempre alto con "Sanguine Sky", l'ipnotica "Open Ground" e la coinvolgente "The Ravens". La tensione fin qui accumulata scema quindi a favore delle atmosfere tese e sospese di "Lotus" e dei suoi tempi drammaticamente rallentati. Avvolti in quest'aura cupa e misteriosa chiudiamo l’ascolto con "Deadlands", dominata dal carisma di Miss Stene.
Se non si può certo parlare di "illuminazione", questo nuovo lavoro dei Tristania scivola sulla pelle come una piacevole brezza estiva, tanto gradevole quanto effimera.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?