Avevo completamente perso di vista gli svedesi
De Arma autori, nel 2013, del bellissimo
"Lost, Alien and Fornlorn", credendo che il gruppo si fosse sciolto.
Invece, a ben otto anni di distanza dall'esordio, sempre sotto
Trollmusic, il gruppo, che nel frattempo si è trasformato da terzetto in un duo poiché dietro al microfono troviamo il leader
Andreas Pettersson al posto di Frank Allain dei Fen, rilascia, in modo del tutto in atteso,
"Strayed In Shadows" un lavoro che, in buona parte, riprende le coordinate musicali del suo predecessore, confermando i
De Arma come degli abili tessitori di malinconia ed atmosfere decadenti.
All'interno del nuovo album, il metal è solo una piccola componente del tutto, dal momento che i
De Arma ci offrono un ampio spettro di influenze che abbracciano Darkwave anni '80, Synth-pop, Gothic Rock e, in generale, melodie notturne che concorrono a creare un suono intimista, pervaso da tristezza plumbea e "fumosa" ed incline alla pura atmosfera piuttosto che alla manifestazione di chissà quali stranezze che, in un contesto come questo, risulterebbero davvero fuori posto.
Durante l'ascolto di
"Strayed In Shadows", è facile capire quali siano i punti di riferimento di
Andreas e del batterista
Johan Marklund, anche abile tastierista, poiché i rimandi a Katatonia, Anathema, Paradise Lost, Beastmilk, Antimatter, Grave Pleasures, Fields of the Nephilim, et similia, sono tutt'altro che nascosti, ma la capacità dei
De Arma di elaborare questi modelli veicolandoli in un suono molto "retrò", sul quale l'ombra del dark anni '80 è molto ingombrante (basta ascoltare la voce per capirlo), e arricchendoli con incursioni in territori più dinamici e veloci (qualche reminiscenza black fa parte dell'amalgama), è palese e vincente così che, va sottolineato, l'ascolto del disco scorre via liscio, ci lascia si tristi, ma appagati poiché regala emozioni semplici che sono in grado di parlare direttamente alle nostre anime, sussurrando e non urlando, sfruttando, dunque, il lato più romantico di ognuno di noi e ricordandoci, ancora una volta, che la buona musica prescinde dal genere e resta buona quando sa trasmettere un messaggio universale fatto, in questo caso specifico, di malinconiche vibrazioni e delicate melodie che vi daranno, qualora vi lasciate andare, brividi di piacere lungo la schiena.
"Strayed In Shadows", che ovviamente va ascoltato di notte, come da titolo, ci aiuterà a disperderci nelle ombre del nostro io e, forse, ci aiuterà a ritrovarci: con sentimento e con le lacrime che solcheranno i nostri volti pallidi.
Ben tornati.
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