Con tutto il bene, la conoscenza e la stima che provo per
Ciape, all'anagrafe
Giuseppe Cialone, non avrei mai pensato che anche questo suo disco solista a nome
Sommo Inquisitore sarebbe stato capace di conquistarmi in maniera così subitanea e profonda, sin dal primo ascolto e sicuramente per lunghi anni a venire, così come fu in occasione di "
Fede potere vendetta" dei
Rosae Crucis nel lontano 1997, quando li conobbi ai tempi di Metal Shock con quel demotape giunto casualmente tra le mie mani.
Di anni ne sono passati ben 24 ma le emozioni provate all'ascolto della sua voce non cessano di vibrare, alla luce di "
Anno Mille", questo concept sul mondo del Medioevo, al solito narrato in maniera teatrale e possente in lingua italica, con uso saltuario ed efficace del latino che ovviamente rende il tutto assai più magnoloquente e severo.
Severo, drammatico, epico: aggettivi che ormai sempre meno si legano all'heavy metal ma che per fortuna nel sempreverde bosco dell'underground ancora non si faticano a trovare; heavy metal adulto, fiero e colto, sin dall'attitudine fino ai testi che ci conducono in questo viaggio.
Viaggio che, va detto, rispecchia a grandissime linee le sonorità dei Rosae Crucis sebbene ci siano delle gradevolissime novità rappresentate dall'utilizzo di strumenti "alternativi", come ad esempio il violino, e degli arrangiamenti meno "diretti", probabilmente dovuti alla presenza di musicisti non direttamente coinvolti nel panorama metal, ad eccezione di
Piero Arioni, da quasi venti anni batterista della rosacroce.
Oltre all'indubbia maestria a livello di linee vocali, decisamente convincenti sono i riff che sostengono ogni brano e le melodie, mai troppo invadenti ma sempre di gran gusto, specie nei taglienti assoli che adornano a perfezione gli otto brani che vanno a formare "Anno Mille", opera di un
Andrea Mattei ottimo protagonista anche al basso ed alle tastiere.
Un'opera imponente in ogni sua parte, che trova i suoi apici in "
Pestilentia", "
Malleus Maleficarum", la struggente "
Angèle de la Barthe" e la potentissima "
La Danza delle Streghe", ma che come tale va gustata per intero, dall'inizio alla fine, in un crescendo di emozioni e sentimenti, com'è d'uopo per una Musica considerata Arte e non mero intrattenimento.
Senza esitazioni nella top 10 di un 2021 che già prima della sua metà promette di essere un anno sfavillante per il metal, alla faccia di tutti i detrattori ed i traditori.