Parafrasando una vecchia pubblicità col grande
Ernesto Calindri, contro il logorìo della vita moderna, scegli gli
Impaled Nazarene!
Ebbene si, dopo un silenzio durato ben sette anni eccoli tornati i profeti del nuclear metal; tredicesimo album in carriera per questa compagine sempre condotta da
Sir Mikka Luttinen; un nome una garanzia.
Una garanzia di assoluta coerenza e fedeltà ad un suono pesante, senza compromessi che frulla black metal, follia, rock and roll, punk in un cocktail impazzito con quintali di ironia e spirito veracemente ribelle; diffidate da pallide fotocopie, gli originali sono sempre i migliori; soprattutto come facciano a mischiare abilmente acido humor ad attitudine smaccatamente contro le regole lo sanno soltanto loro.
Tredici dischi e tredici pezzi per un totale di poco più di mezz’ora di musica; ennesimo manifesto che si apre degnamente con “
Goat of mendes”, turbine di blast beats e rabbia black metal con un intermezzo epicheggiante, si avete capito bene, ma riletto alla loro maniera con cori da battaglia a far da contraltare alle urla del singer finlandese.
Altro pezzo da novanta, violento e senza inutili orpelli è la titletrack; marcia tellurica con chitarre maligne, cori e rullate veloci.
“
The nonconformist”, è puro speed metal; riffing serratissimi, old school heavy metal ma con quintali di acido muriatico in corpo; un chorus che la dice tutta, “
against the world, against the masses, we’re the noncoformist”.
“
Octagon order” è un proiettile hc/ punk serratissimo di poco meno di due minuti scarsi; qui c’è da fare solo del selvaggio headbanging e alzare il volume.
“
Human cesspool”, è la classica canzone alla
IN; diretta, veloce con quintali di furia iconoclasta e humor demenziale.
“
Mutilation of the nazarene whore” è un classico brano black metal a tutto tondo.
Niente scappatoie, un riff doppiato dal basso segaossa e col pedale sempre sull’acceleratore in modalità blast beat.
Invece “
Focault pendulum”, spiazza tutto e tutti con un brano doom, lento, asfissiante e pesantissimo; perfetta colonna sonora di un mondo in decomposizione.
I finnici mi rendono sempre felice, perché li ho sempre adorati anche se sono una formazione divisiva; niente mezze misure, in alto i boccali e soprattutto il volume!
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