Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:61 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LIBERTY OR DEATH
  2. OCEAN OF BLOOD
  3. HIGHLAND TEARS
  4. THE TERRIBLE ONE
  5. UNTIL THE LAST KING DIED
  6. MARCH OF THE INNOCENT
  7. SILENT REVOLUTION
  8. SHADOWLAND
  9. FORECOURT TO HELL
  10. MASSADA
  11. SHIP OF HOPE (BONUS TRACK)

Line up

  • Chris Boltendahl: vocals
  • Manni Schmidt: guitars
  • Jens Becker: bass
  • Stefan Arnold: drums
  • H.P. Katzenburg: keyboards

Voto medio utenti

A breve distanza dal singolo "Yesterday", ed a ben 23 anni dall'esordio "Heavy Metal Breakdown", tornano con il loro nuovo album i Grave Digger. "Liberty Or Death" mostra alcuni decisi passi avanti rispetto alle ultime uscite discografiche, dove la formazione tedesca aveva lasciato intravedere qualche piccolo appannamento.
Il songwriting si è fatto più vario e con una buona predisposizione per le melodie, ed anche il guitarwork di Manni Schmidt ha parzialmente ammorbidito i propri toni, con un taglio tipicamente Heavy Metal e che in alcuni passaggi ("March of the Innocent") riecheggia soluzioni quasi maideniane. Ad ogni modo non sorge alcun dubbio che "Liberty Or Death" sia vera progenie dei Grave Digger, nessun tradimento ad un trademark ormai ben definito ed ovviamente sempre contraddistinto dalla voce ruvida di Chris Boltendahl.
Sebbene non si tratti di un vero e proprio concept album, le canzoni si schierano con il titolo del disco, andando a raccontare storie di "libertà o morte". Ad esempio "Until the Last King Died" è ispirato dalla Rivoluzione Francese e "Forecourt to Hell" ai gladiatori, ma si tocca anche il tema del suicidio di massa avvenuto nella roccaforte di "Massada" o la lotta non violenta di Ghandi su "Silent Revolution".
La titletrack è un pezzo epico e solenne con un refrain azzeccato (e che ricorda qualcosa dei Gamma Ray) con H.P. Katzenburg bravo a creare le giuste atmosfere. Le seguenti "Ocean Of Blood" e "Highland Tears" sono brani più diretti, con "Highland Tears" che va a recuperare l'epicità (ed anche le cornamuse) di "Tunes of War", e dove Manni Schmidt lascia il segno, mentre è poi Stefan Arnold a dettare i ritmi (elevatissimi) alla quadrata "The Terrible One". Ritorno ai toni epici sia con la marziale e drammatica "Until the Last King Died", dove riemergono i Grave Digger di "Heart of Darkness", sia con la più meditata "March of the Innocent". A questo punto troviamo la canzone più coraggiosa e singolare del disco, "Silent Revolution", dall'andamento Hard Rock e spiccatamente seventies, interpretata con determinazione e feeling da Boltendahl e da un sempre più sorprendente Schmidt. Tocca poi a "Shadowland" ed a "Forecourt to Hell" riportarci a sonorità più tipicamente Grave Digger, due ottime canzoni, rocciose e sicuramente tra le migliori del disco, all'altezza dei classici del gruppo tedesco, qui in grande spolvero.
Se la versione digipack di "Liberty of Death" contiene ancora la bonus track "Ship Of Hope" (una classica power ballad alla Grave Digger), quella normale si chiude sulle atmosfere arabeggianti e malinconiche di "Massada", anche questa ben al di sopra la media.
Che dire, il 2007 inizia davvero bene!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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