Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:18 min.
Etichetta:AOP Records

Tracklist

  1. HIN AUF DORNIGEN WEGEN.
  2. VERWüNSCHUNG
  3. ABSCHIED

Line up

  • Florian Musil: all instruments
  • Ragnar: vocals

Voto medio utenti

Ecco qui l’Ep di debutto del progetto solista di Florian Musil, batterista di Theotoxine e Agrypnie.
Il nostro si occupa di tutti gli strumenti con le vocals affidate a Ragnar e ad ospiti presenti.
Il titolo sembra un codice a barre dato che è solo composto da cifre numeriche ed è improntato su la poetica della terra natale del musicista, ovvero l’Austria.
C’è da dire che nonostante la label lo etichetti come black metal atmosferico, qui ne troviamo assai poco di metallo nero, salvo le vocals straziate e qualche attacco in blast beats si va più dalle parti del post-black metal e non che questo sia un male.
Questo disco si apre con “Hin auf dornigen wegen”, attacco con blast beats e chitarre sullo sfondo con le urla del singer del duo austriaco.
Cavalcata con le melodie del piano che sorreggono il tutto intervallate da intermezzi atmosferici con arpeggi acustici e rullate; brano che ha un sapore umbratile.
Passiamo a “Verwünschung”, inizio arpeggiato per poi diventare un mid tempo melodico con un bel lavoro di chitarre; anche qui le vocals si dividono tra urla in screaming doppiate dal growl ma in aggiunta ecco che si aggiungono parti pulite nell’intermezzo atmosferico ad opera dell’ospite C.S.R. degli Schammasch.
Chiude il tutto “Abschied”, introdotto da arpeggi acustici e orchestrazioni interrotti da un blast beats e chitarre in tremolo con melodie malinconiche.
Questo si trasforma in un mid tempo incalzante con un piano in sottofondo, anche stavolta abbiamo arti più atmosferiche sorrette da percussioni e strumenti acustici.
Buon antipasto anche se non privo di difetti, perché l’introduzione acustica è presente in entrambi i tre brani e occorre varietà; ci sono punti di forza come il climax malinconico e l’uso di atmosfere più quiete a far da contrasto alle parti più aggressive, ma bisogna lavorarci su.

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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