Tutti lo conoscono come compositore di colonne sonore per
blockbuster del calibro di
“Batman”, “Spider-Man” o
“Men In Black”, ma il passato di
Danny Elfman è pieno zeppo di rock nella sua accezione più universale. Se gli Oingo-Boingo sono stati il trampolino di lancio per la sua carriera cinematografica, nel cuore il compositore ha sempre portato la forma canzone, come dimostrato da lavori affini ai musical come
“The Nightmare Before Christmas” o
“Corpse Bride”.
“Big Mess” esce un po’ a sorpresa - l’ultimo album solista di
Danny Elfman risale al 1984 - e viene pubblicato da un’etichetta della galassia
Epitaph, quindi non stupisce l’approccio punk del full-length, meraviglioso (anche se un po’ lunghetto) nel suo essere fuori dagli schemi da tutti i punti di vista.
Prendete il repertorio orchestrale di Frank Zappa, lo stile avanguardistico di John Zorn, quel pizzico di follia di Devin Townsend, l’urgenza espressiva di Robert Fripp, frullate tutto ed eccovi servito
“Big Mess”, un’opera capace di alternare momenti di puro delirio (
“Serious Ground”, “Kick Me”) a episodi avvolgenti e sinuosi (
“Dance With The Lemurs”, “We Belong”) interpretati magistralmente da
Danny Elfman come un sempre più inquietante J
ack Skellington invecchiato dannatamente bene.
Wow.
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