Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:Ossuary Records

Tracklist

  1. FAR AWAY
  2. THE WITCH HUNT
  3. WHEN EAGLES FLY
  4. SMOKE AND MIRRORS
  5. THE LIGHTBRINGER
  6. CHILDREN LEFT BY GOD
  7. THE TURN OF THE TIDE
  8. LIGHT UP THE SKIES
  9. BEYOND THE HORIZON

Line up

  • Zbigniew Bizoń: bass
  • Adam Całka: drums
  • Michał Halamoda: guitars
  • Krzysztof Całka: guitars
  • Łukasz Krauze: vocals

Voto medio utenti

Quanto l’influenza di una band dal nome storico può inficiare sulla qualità del disco di una band debuttante? Domanda da un milione di euro. Quante volte ci è passato sotto mano un album che ci ha ricordato quel gruppo dal punto di vista dei riff, o dal punto di vista vocale? Penso sia capitato grosso modo un po’ a tutti noi. Le opzioni quindi sono due, o il suddetto disco è suonato in maniera tanto buona da ricordarci ancora della sua esistenza dopo un paio di mesi, o rischia di finire nei meandri della nostra memoria, catalogato come “sì carino, mi ricordavano….”

Ora, che i polacchi Ironbound abbiano messo in “The Lightbringer” tutta la loro passione verso gli Iron Maiden, lo si capisce sin dalla prima nota. Una produzione volutamente retrò, che mette davanti a tutto il basso di Zbigniew Bizon, il tutto corredato da una cover un po’ così e così. Ma si sa, l’abito non fa il monaco, quindi addentriamoci nei pezzi di “The Lightbringer”, che esce a distanza di 4 anni dal primo demo della band “She Devil” del 2017.

Dopo una breve intro ci si trova davanti a “The Witch Hunt”, una vera e propria cavalcata in stile Maiden che riporta ai tempi di un “Piece Of Mind”, dove pur non raggiungendo ovviamente quei picchi di eccellenza, scorre benissimo. “When Eagles Fly”, uscita anche come singolo, prosegue sulla stessa scia nonostante una durata un po’ eccessiva, problemino che si riscontrerà un po’ in tutti i pezzi del disco, e se magari fosse stato tagliato quel minuti e mezzo, ne avrebbe giovato sicuramente la qualità complessiva. Nulla comunque che porti a skippare i vari pezzi, come la Titletrack che nel riff portante fa un po’ il verso a “The Trooper”, o la bellissima “Children Left By God”, dove sono presenti dei cambi di tempo molto interessanti, e l’ugola del singer Lukasz Krauze si avvicina in maniera impressionante a quella di Blaze Bayley. Performance vocale che trova il suo apice nella successiva “The Turn Of The Tides”, una ballad molto riuscita, che suona come un mix tra “Dance Of Death” e “When The Wild Wind Blows”. Gli Ironbound si staccano per un attimo dalle influenze maideniane per un attimo con la strumentale “Beyond The Horizon”, forse uno dei migliori pezzi del lotto che ogni amante del metal più classico adorerà sicuramente.

Rispondendo alla domanda posta all’inizio, l’influenza netta della band inglese compromette quello che sentiamo in “The Lightbringer”? Mi verrebbe da dire nì, se da una parte è sicuramente apprezzabile quanto la band sia legata a un certo tipo di sonorità, dall’altra parte questo apprezzamento potrebbe rivelarsi anche il loro stesso auto affossamento. Non vorrei che tutto il buono presente in questo disco venga preso e usato come un semplice tributo ai grandi del passato, mettendo da parte la crescita personale. Suppongo che solo il tempo saprà darci la risposta, nel frattempo tengo le dita incrociate.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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