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Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:120 min.
Etichetta:Frontiers

Tracklist

  1. JANE
  2. BROKEN HEART
  3. I’M SORRY
  4. MY TURN
  5. FIND OUR WAY
  6. RING OF FIRE
  7. DEATH ROW
  8. KEEPER OF THE FLAME
  9. ALONE
  10. BATTLE OF THE TITANS
  11. BETRAYED
  12. LADY BABYLON
  13. BETWEEN TWO MIRRORS
  14. THROUGH THE ENDLESS NIGHT
  15. UP TO YOU
  16. GARDEN OF PAIN
  17. CIRCLE OF TIME
  18. THE ORACLE
  19. TAKE ME HOME
  20. MY DEJA VU
  21. BLUE SKY
  22. GHOST OF AMERICA
  23. INVISIBLE MAN
  24. LAPSE OF REALITY
  25. YOU WERE THERE
  26. PERFECT WORLD
  27. DARKFALL
  28. MOTHER RUSSIA
  29. LAND OF FROZEN TEARS
  30. OUR WORLD

Line up

  • Mark Boals: vocals
  • Doug Aldrich: drums
  • Tony MacAlpine: guitars
  • Jeff Kollman: guitars
  • Neil Citron: guitars
  • Vitalij Kuprij: keyboards
  • Vinny Appice: drums
  • Virgil Donati: drums
  • Erik Norlander: keyboards
  • Chris Brooks: guitars
  • Steve Weingart: keyboards

Voto medio utenti

A onor del vero, le doti strumentali dei musicisti messi insieme negli anni da Mark Boals sono inversamente proporzionali al suo talento compositivo, e si potrebbe grosso modo riassumere così la carriera del cantante americano “scoperto” da Yngwie J. Malmsteen nell’ormai lontano 1986.

Ma da allora di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia, dalle collaborazioni “one-shot” (penso a Erik Norlander, ai Royal Hunt o alla mai abbastanza valorizzata rock opera “Genius” di Daniele Liverani) a progetti di più ampio respiro quali, appunto, gli album solisti o i Ring Of Fire.

Ci sta tutta, quindi, un’operazione come “All The Best!”, che davvero mette insieme quanto di meglio fatto da Mark Boals e dal suo ensemble più longevo, con un occhio di riguardo per i brani vocalmente più “spettacolari” (penso a “Keeper Of The Flame” o a “Battle Of The Titans”) che devono molto al sopraccitato chitarrista svedese, piuttosto che per le canzoni meno lineari e più progressive - per quel che vale il termine - come “The Oracle” o “Mother Russia”, che dopo anni suonano ancora troppo ambiziose e non del tutto riuscite.

Le tante ballad mettono forse in secondo piano i tanti ottimi musicisti coinvolti - dai fidi Vitalij Kuprij e Tony MacAlpine agli iconici Doug Aldrich o Vinny Appice - ma va bene così, dato che la persona da celebrare con questa compilation è un’altra.

Grazie comunque a Frontiers per il pensiero.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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