Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:45 min.
Etichetta:Silver Lining Music

Tracklist

  1. CARPE DIEM (SEIZE THE DAY)
  2. AGE OF STREAM
  3. THE PILGRIMAGE
  4. DAMBUSTERS
  5. REMEMBER THE FALLEN
  6. SUPER NOVA
  7. LADY IN GRAY
  8. ALL FOR ONE
  9. BLACK IS THE NIGHT
  10. LIVING ON THE LIMIT

Line up

  • Paul Quinn: guitars
  • Biff Byford: vocals, lyrics
  • Nigel Glockler: drums
  • Nibbs Carter: bass
  • Doug Scarratt: guitars

Voto medio utenti

Potrei bollare "Carpe Diem", ventitreesimo disco in carriera dei Saxon, con i soliti e strabusati aggettivi, inossidabile, immortale, e così via. La verità è che, almeno per come ho avuto modo di percepire durante l'ascolto, i Saxon abbiano avuto davanti, per forza di cosa, esattamente 4 anni per lavorare a questo nuovo album, un lasso temporale non indifferente sopratutto per una band quasi operaia, abituata a sfornare dischi su dischi ogni due anni orientativamente. La sensazione che ho avuto è stata quindi quella di una maggiore freschezza nei pezzi, non fatti a stampino (per quanto il termine stampino con i Saxon equivalga sempre a ottima qualità), ma che abbiano anche la possibilità di essere ricordati anche a distanza di mesi, e non essere posti sul dimenticatio dopo poco tempo.

Non cambia la lineup, ma vediamo però come Andy Sneap oltre a condivere il ruolo di produttore assieme all'eterno Biff Byford, si sia occupato anche di alcuni parti riguardanti le chitarre. E viste le ottime performance di Sneap assieme ai Judas Priest negli ultimi anni, potete star decisamente tranquilli, il risultato scaturito è veramente ottimo. Sì, perchè al di fuori di una produzione non forse al top, "Carpe Diem" appare come un disco che giova di un vigore ed energia non da pochi.



Tolto il singolo "Remember The Fallen", dedicato a tutti i caduti nella pandemia ma musicalmente non eccelsa, il resto del disco viaggia su ottimi binari, prendiamo ad esempio il primo singolo "Carpe Diem (Seize The Day)" che viaggia in tipico stile Saxon post 97', riff roccioso, ritornello catchy, e heavy metal senza compromessi. In particolare è da segnalare "The Piligrimage", un mid tempo molto evocativo sin dalle prime note che grazie anche a un Biff decisamente ispirato si contende il premio di miglior pezzo del lotto assieme ad altri come "Lady In Gray" con delle tastiere che accrescono il pathos della canzone in sè, o anche la motorheadiana "Dambusters". Si cala un po' con le canoniche "All For One" e "Living On The Limit", non brutte per carità, ma il tempo di finire la riproduzione e già si sono dimenticate. Cosa che invece non accade con "Supernova", altro highlight del disco, che con un terremotante riff e un Glocker infuriato dietro le pelli potrebbe decisamente essere un ottimo estratto del disco da portare in sede live.

Solito disco alla Saxon? Non mi sento di affermarlo pienamente, dato che comunque in "Carpe Diem" come detto all'inizio si sente una vivacità rinnovata, vuoi anche il forte desiderio di tornare a suonare dal vivo. Con questo non voglio dire che i dischi precedenti siano stati composti tanto per, ma che nonostante l'età i Saxon sono stati capaci (ancora una volta) di saper ritrovare la giovinezza e la determinazione per poter affermare 'siamo ancora qui', solo applausi.

Recensione a cura di Francesco Metelli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 feb 2022 alle 12:13

Certezza assoluta!!! Anche dal vivo sono spettacolari. Che dire...ci sono gruppi blasonati (giustamente o no) che si trascinano stancamente e fanno il compitino e ci sono i SAXON...punto!

Inserito il 04 feb 2022 alle 08:29

i primi 5 brani sono scivolati via tranquilli;da Supernova in poi sembrano cose già fatte e si entra nella fase: noia dell'ascolto interrotta solo dall'intro di "Lady in.. " ,il veloce refrain di "All for One"(influenzate da Dishonesty dei nostrani Hocculta),un sognante solo su "Black Is the night" e ..chiude "Living on the limite"..molto hardcore (e noiosa:) Fare paragoni con gli album del passato? Sicuramente più energico di Inner sanctum o Into Labyrinth... però in tutto l'album non mi piace la semplicità nella chiusura delle tracce

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