Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi riguardo alla genuinità del ritorno sulle scene degli House of Lords, questo live dovrebbe fugarli definitivamente. Siamo nel 2005, all’indomani della pubblicazione di “The power & the myth”, e i nostri, privi di Greg Giuffria ma dotati comunque di una line up stellare capitanata da un James Christian in stato di grazia, incendiano l’Inghilterra con uno show che davvero ha pochi eguali nel campo del rock melodico.
Per quanto mi riguarda, basterebbe ascoltare l’opener “Sahara”, spegnere tutto e andare a dormire: la classe infinita con cui i quattro interpretano questa autentica perla del loro repertorio dice tutto della voglia di entusiasmare che si portano dietro.
Potenza, impatto, carisma, melodia: in questa canzone c’è già tutto questo, ed è davvero impossibile resistere. Per fortuna non finisce qui: la successiva, più ruffiana, “Chains of love”, prosegue in quest’opera di abbagliamento e il resto della scaletta scorre inarrestabile, con la romantic ballad “Love don’t lie” e la strepitosa “Pleasure palace”, che mi ha fatto saltare da solo sul divano di casa mia (sperando che i vicini non mi abbiano preso per matto!). Sinuosa e blueseggiante è “Talkin’ about love”, mentre Christian mette i brividi nella parte iniziale di “The edge of your life”, un altro pezzo da novanta della loro discografia.
Inizia poi il trittico tratto dall’allora ultimo album ed è piacevole notare come i brani proposti stiano tutto sommato bene insieme al materiale più datato, anche se a tratti la differenza qualitativa non può non farsi sentire.
Ed infatti quando si ritorna al passato, sulle note di “I wanna be loved”, la musica cambia e lo show si conclude in maniera roboante, facendoci rimpiangere di non avere un doppio cd a nostra disposizione…
Ad impreziosire il tutto e ad invogliare ancora di più l’acquisto arriva anche un pezzo inedito registrato in studio, “Havana”, un brano semplice e accattivante, che contiene tutti i tipici trademark del gruppo. Non indispensabile ma comunque piacevole e ben riuscito.
Siamo dunque di fronte ad un prodotto di prim’ordine, ideale per i fan storici, ma anche per chi desiderasse avvicinarsi per la prima volta a questa grandissima band. Anche la produzione è decisamente buona, sfoggiando un suono ruvido quanto basta per apparire autentico (a tratti la voce di Christian esce un po’ troppo sul resto, con un effetto non molto piacevole, ma sono dettagli), cosa che di questi tempi non è certo un male.
Vogliamo proprio trovare un difetto a “Live in the UK”? Diciamo che se fosse stato registrato all’indomani di “World upside down” (un disco più maturo e consapevole rispetto al precedente, in cui si avvertiva forse ancora un po’ di insicurezza sulla direzione da prendere) il suo livello qualitativo ne avrebbe beneficiato. Anche così, comunque, non ci si può lamentare. Rimane solo da chiederci se ne avremo mai una versione dvd…
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