A chi è piaciuto l’ultimo lavoro in studio dei
Mayhem, ovvero “
Daemon”? Probabilmente tanti, me compreso; il disco secondo il mio modesto parere era maligno, potente e con ottime composizioni.
Perché questa domanda sciocca mi chiederete, perché questo nuovo Ep della band norvegese si collega direttamente a questa penultima fatica, più regalandoci quattro sorpresine in omaggio.
In questo gustoso antipastino i nostri mettono sul piatto, è proprio il caso di dirlo se avete il giradischi, tre brani provenienti dalle sessions dell’ultimo full targato 2019 due delle quali “
Black glass communion” ed “
Everlasting dying flame”, erano presenti nell’edizione speciale più “
Voices ab alta”, ma non è tutto, questi maligni ribelli rileggono quattro classici del punk ed hc di band come
Discharge, Rudimentary Peni, Dead Kennedys e
Ramones.
Su, su, non fate quelle facce, perché lo spirito punk ha sempre animato fin dalle origini la band e questo è una sorta di doveroso tributo.
Il primo brano è l’inedito “
Voices ab alta” ed è la classica
Mayhem song; partenza con un riff dissonante e malsano per poi ecco arrivare il drumming forsennato di
Hellammer con le due chitarre a unire riff in tremolo e la voce istrionica della colonna
Attila.
Brano pregno di cambi di tempo e soprattutto un chorus che ti si pianta in testa; l’atmosfera è sulfurea, ottima la conclusione doom.
Gli altri due brani li avevo già assaporati possedendo l’edizione mediabook dell’ultimo album e si discostano poco dallo stile dei nostri.
Il secondo brano è un saliscendi di purissimo black metal senza fronzoli con grande perizia tecnica e sfuriate condite dalle vocals del singer ungherese che passa da screaming a parti pulite tenorili.
La terza composizione viene aperta da una sfuriata in blast beats con un riff ossessivo malsano; lo screaming ti entra nella pelle, soprattutto i nostri sanno usare le loro affilate armi con gusto dosando il tutto in questo mid tempo intervallato da corse a rotta di collo.
Ed ecco invece la loro reinterpretazione delle cover hc/ punk; bello l’attacco a testa bassa di “
In defense of our future” dei
Discharge con l’aiuto di
Messiah alle vocals ed un solo gustoso.
Altra bordata sulle gengive la cover dei
Dead Kennedys del grande
Jello Biafra, “
Hellnation” viene sparata in faccia con l’aiuto dell’ex sodale dei nostri
Maniac che spara invettive aiutato dai cori.
Ultima perla il brano dei
Ramones che vi farà alzare dalla sedia con il classico calcio nel culo che i newyorkesi sapevano dare; molto sentita la reinterpretazione di “
Commando” e credetemi si canta dall’inizio alla fine.
In sommativa, un mini lungo e che potrebbe piacere a chi è seguace dei demoni nordici e soprattutto un bel manifesto di ribellione a qualsiasi compromesso.