Quello che era il limite principale di
“Worlds Within” (la pesantezza, ndr), viene brillantemente superato dalla sua versione live, in cui il canadese
Raphael Weinroth-Browne si trova “costretto” a ridurre ai minimi termini la propria suite per violoncello per riuscire a eseguirla dal vivo in completa autonomia.
Tutti i brani respirano con una forza nuova, in particolare la lunga
“Tumult” - probabilmente la traccia più penalizzata nella release dell’anno scorso - e l’ancor più rarefatta
“Fade”, a dimostrazione del fatto che
Einar Solberg e soci ci videro giusto già nel lontano 2017 quando chiesero al musicista di partecipare alle registrazioni di
“Malina” (e poi, di
“Pitfalls”).
Ancora una volta, l’ascolto è caldamente sconsigliato ai rocker più intransigenti: 39 minuti di violoncello solo potrebbero risultare insopportabili…
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