E giungiamo alla conclusione di quest’altro giro di ristampe con il terzo album in studio dei norvegesi
Arabs in Aspic, che per inciso è anche tra i loro lavori.
Questi novelli progsters a differenza di moltissimi nomi della scena Neo Prog non sono fotocopia sbiadita del Prog che fu, diciamoci la verità: di novelli
ELP con la chitarra, di versioni Pop dei
Genesis dell’era
Gabriel, piuttosto che una versione annacquata degli
Yes o di pallidi
David Gilmour ne siamo fin troppo pieni dagli anni ’80!
Il gruppo nord europeo invece che guardare prevalentemente al sound dei nomi che ho citato (seppur qui gli
Yes più dolci e vellutati danno una bella pennellata al loro stile), sono più vicini ai primi
King Crimson, anche se con una dose ridotta di Hard Rock rispetto agli amici/colleghi della loro scena locale.
Quello che salta subito alle orecchie è il suono pieno, ricco e corposo di hammond, tastiere e mellotron che danno un tappetto musicale avvolgente, raffinato e che in un certo senso coccola l’ascoltatore.
La psichedelia che imperava nel precedente ora è ridotta all’osso, anche se parti più briose e giri ripetuti in maniera mantrica non manchino, ma qui si sprofonda definitivamente nel Progressive anni ’70, dandoci quindi gli
Arabs in Aspic che conosciamo, maturi dal punto di vista tecnico e sicuri delle loro capacità.
A parte un paio di episodi nei quali si toccano i sette minuti di durata, le varie canzoni hanno una durata di quattro/cinque minuti, risultando accattivanti anche da chi non mastica esattamente queste sonorità: questo perché il gruppo norvegese ha davvero un ottimo gusto melodico e sa scrivere delle canzoni che rimangono in testa (
“The Flying Norseman”,
“Mørket”,
“TV”,
”Have You Ever Seen the Rain Pt. 2”) e la tecnica strumentale è sempre al servizio della musica e i piccoli cali che sono presenti, non inficiano più di tanto l'ascolto complessivo.
In questo strabordante tappetto sonoro di tasti d’avorio, le armonie vocali la fanno da padrona (ed ecco che tornano quindi gli
Yes), mentre la chitarra con garbo ed eleganza si mette in secondo piano, insieme ad una sezione ritmica che senza mai eccedere in esagerazioni sa essere calzante.
La ristampa che gode di un suono rimasterizzato che ha finalmente soddisfatto il gruppo, dà dei suoni limpidi e cristallini, riuscendo a farci godere di ogni più piccola sfumatura di questo ventaglio sonoro.
Dietro ad un’altra copertina da vinile (dopotutto anche l’aspetto grafico era parecchio curato nel Prog), si cela una piccola perla Neo Prog: ristampa questa utile, per un lavoro fuori catalogo da tempo che magari non riscriverà la storia, ma che nei suoi momenti migliori riesce a farci sognare ad occhi aperti.
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