Ok … gli
Hardline del 2021, negli effettivi, non hanno più molti legami con quel favoloso
supergruppo che nel 1992 consolò gli “orfani” dei Bad English e sostenne le sorti dell’
hard melodico negli anni novanta.
Eppure, come sembra suggerire la denominazione del nuovo albo, anche con il solo
Johnny Gioeli a fungere da palese nesso tra il passato e il presente della
band, sono
cuore,
mente e
anima a rappresentare il vero indistruttibile comune denominatore nella storia di questa favolosa formazione musicale.
E qui è davvero necessario spendere speciali parole d’elogio per i “nuovi”
pards del sempre incontenibile
Gioeli, musicisti dotati di enorme sensibilità e spiccato buongusto esecutivo, per nulla “impressionati” da ogni eventuale paragone.
Non è certo una novità, del resto, che
Alessandro Del Vecchio,
Mario Percudani,
Anna Portalupi e
Marco Di Salvia abbiano i mezzi artistici per sostenere agevolmente le prove più impegnative, tuttavia ribadirlo con rinnovata convinzione è assolutamente doveroso, indirizzando una particolare “menzione d’onore” a un chitarrista dalla classe enorme, impossibile da non glorificare.
Insomma, come ormai avrete “intuito”, considero “
Heart, mind and soul” un disco strepitoso, degno di un
monicker tanto prestigioso, in cui la monumentale ugola di
Johnny imperversa su composizioni di livello assoluto, soprattutto quando la componente melodica si fa più marcata, cagionando autentici brividi di soddisfazione alla stimabile categoria degli
chic-rockers.
Grinta e dinamicità, come appare evidente fin dalla poderosa
opener “
Fuel to the fire”, sono comunque elargite in dosi adeguate, ma per quanto mi riguarda il loro meglio gli
Hardline lo forniscono nelle armonie sofisticate e passionali di “
Surrender” e “
If I could I would” (una specie di Journey
meets Bon Jovi), pulsanti di autentico
feeling, per poi in “
Like that” arricchire il sontuoso impasto sonico con uno di quei
refrain che difficilmente riuscirete a scacciare dalla memoria.
Arrivati al capitolo ballate, “
Heavenly” può aiutare comprendere la differenza tra autentico trasporto emotivo e semplice reiterazione di schemi canonici, e se “
Waiting for your fall” e “
The curse” onorano con innata ispirazione rispettivamente il
class-metal e l’
hard-blues yankee, “
Heartless” infiamma i sensi alla maniera dei Bad English e “
Searching for grace” li soggioga attraverso un altro momento di magnetico romanticismo.
Con le pulsazioni
bluesy di “‘
80s moment” la
band mantiene, in fondo, ciò che il titolo del brano promette, consentendo all’astante una “pausa ricreativa” prima che i chiaroscuri dell’epilogo “
We belong” offrano un altro saggio di evocativa tensione espressiva, pilotata da un’interpretazione vocale da applausi.
Gli
Hardline continuano a essere una realtà musicale di prima grandezza, per la gioia di chi li scopre solo oggi e ancor di più per quelli che li seguono da un trentennio e grazie a “
Heart, mind and soul” vedono ampiamente ripagata tanta (benevola e non per questo cieca) fedeltà.