Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:73 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. WIDOW
  2. FALL FROM GRACE
  3. BLOOD AND CHAOS
  4. FAITH DIVDES US - DEATH UNITES US
  5. GOTHIC
  6. SHADOWKINGS
  7. ONE SECOND
  8. GHOSTS
  9. THE ENEMY
  10. AS I DIE
  11. REQUIEM
  12. NO HOPE IN SIGHT
  13. EMBERS FIRE
  14. BENEATH BROKEN EARTH
  15. SO MUCH IS LOST
  16. DARKER THOUGHTS

Line up

  • Nick Holmes: vocals
  • Aaron Aedy: guitars
  • Greg Mackintosh: guitars
  • Steve Edmondson: bass
  • Waltteri vayrynen: drums

Voto medio utenti

Io i live in streaming non riesco proprio a mandarli giù, proprio non ce la faccio.
Purtroppo è una soluzione alternativa, un palliativo all’emorragia di concerti saltati causa pandemia in corso, che purtroppo ha coinvolto la musica e non solo.
Viviamo un momento particolare e lo sappiamo ma non ha senso chiamare questi dischi live, perché manca il pubblico; la musica dal rock al pop, dal jazz, al soul si nutre dell’energia del pubblico e il metal non fa eccezione.
Perché il metal con il pubblico ha un rapporto speciale; uno scambio emotivo e sinergico che spinge le band molte volte a dare di più del dovuto; sono spiacente ma questo non è il caso.
Gli inglesi offrono una performance quasi perfetta nella forma (vi spiegherò poi il perché del quasi), registrato al The Mill Nightclub nella loro città natale, nella sostanza questo album emotivamente è freddo, non mi ha dato nulla a livello di pancia ed è strano.
Questo è il difetto e non è da imputare alla band la causa, anzi, i nostri tirano fuori una performance compatta e convinta sciorinando brani del recente “Obsidian” come “Ghosts”, “Fall from grace” e “Darker thoughts” insieme a brani recenti relativamente come “Faith divides us - Death unite us”, “Requiem”, “Blood and chaos” fino a toccare perle del passato splendente come “Shadowkings”, “As i die” e il caposaldo “Gothic” e dando anche un contentino al controverso album del 1999 “Host” con “So much is lost”.
La pecca è che mancando il pubblico con il loro calore, applausi, urla o fischi di approvazione, questo album sembra più una compilation che un live e soprattutto, nota dolente, il singer Nick Holmes in certi frangenti sembra che faccia molta fatica nei toni più aggressivi o growl sforzando la voce, ecco il motivo del quasi.
Un disco che non aggiunge e non toglie nulla al combo di Halifax, ma che purtroppo a mio giudizio, come ho detto anche per l’album live dei colleghi di etichetta Lamb Of God, sarebbe stato meglio pescare un live inedito passato, perché avrebbe avuto quell’elemento mancante in questo frangente, ovvero l’emozione.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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