Copertina 6

Info

Anno di uscita:2021
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. THE RUSH
  2. DARK RIDER
  3. TESTIFY
  4. I WILL FALL
  5. RUNNING AWAY
  6. CONCEPTION
  7. WINDS OF THE ROAD
  8. HEART’S LIKE A LION
  9. GRAVEYARD LOVE
  10. HOW DARK DOES IT GET

Line up

  • Jørgen Bergersen: vocals
  • Daniel Olaisen: guitars
  • Frank Ørland: guitars
  • Miguel Pereira: bass
  • Frank Nordeng Røe: drums

Voto medio utenti

Freschi di un contratto con la Frontiers Records, i norvegesi Big City cercano di far collidere questo traguardo, sicuramente in termini di popolarità crescente, con questo terzo disco che ha come l'obiettivo quello di portare la band a una maturità finalmente consolidata. E' riuscito quindi questo "Testify X" ad adempiere al compito?

Diciamo prima di tutto che i Big City si presentano al mercato con un nuovo vocalist, Jørgen Bergersen, che va quindi a sostituire Jan Le Brandt, con il quale la band aveva registrato i precedenti due album. Cambia quindi la voce, ma non la sostanza, perché "Testify X" registra pressoché le stesse coordinate degli scorsi lavori, risultando in alcuni punti anche più spento e anonimo. Ma vediamo il perché.



La proposta del gruppo è un AOR/Hard Rock ispirato ai grandi che furono, e che pesca a pieni mani da Def Leppard, Scorpions, Tesla, e anche un po' di Van Halen. Tutti nomi giganteschi quelli appena elencati, ma dei quali i Big City non sembrano aver appreso la lezione. Ogni pezzo di "Testify X" se preso a sé stante è sicuramente bello, come le varie "Dark Rider", "Running Away" e "Conception", ma dove nel momento di chiusura del disco, dove alla fine si tirano le somme, ben poco si ricorda. Manca un amalgama, una sorta di unione. "I Will Fall" sa della solita ballad messa perché deve essere messa, e "Winds Of The Road" seppur metta in risalto la voce di Bergersen, ha un ritornello che è stato abusato e strabusato fino alla noia. Sembra che i Big City abbiano voluto cambiare un paio di riff qua e là, ma la sensazione di già sentito risulta inevitabile anche dopo il passaggio da un pezzo al successivo, come capita in "Graveyard Love".

Nessuno mette in discute l'impegno che la band abbia messo in questo disco, ma una maggiore armonia nei pezzi avrebbe certo giovato a "Testify X", che dubitiamo fortemente sarà ricordato a fine anno come una delle migliori uscite di questo 2021, se non per un ascolto sporadico ogni tanto.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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