Nati dalle ceneri dei Church Of Void, ecco che si presentano in questo 2021 i
Fimir, band finlandese che vede tutti i membri dei Church nelle loro file, fatta eccezione per il batterista
Byron V. Non mi spiego perché i vari musicisti abbiano deciso di partire daccapo con un nuovo monicker, ma alla fine quello che interessa dovrebbe essere la musica, e quindi meglio concentrarsi su quella ed evitare eventuali dubbi e spiegazioni.
I
Fimir proseguono le stesse coordinate presenti nel debutto omonimo dei Church Of Void, un Doom Metal di chiara ispirazione Sabbathiana, con sprazzi alla Candlemass, Saint Vitus, e un po’ di Electric Wizard. Tornando però al fattore musica, una cosa è certa. Ed è che
“Tomb Of God” è un disco dove l’ispirazione non ha mai un vero e proprio calo, e dove le mancanze di una vera e propria maturità che erano presenti nei Church Of Void, vengono totalmente messe da parte nella musica dei
Fimir che, sono sicuro, conquisteranno gli amanti del genere sin dalla prima nota.
Passando dal metal più diretto di
“One Eyed Beast”, che presenta un riff che sa di “Master Of Reality” da tutti i pori, alla lenta ed ossessiva
“Obsidian Giant” dove
Magus Corvus con il suo tono vocale ben si sposa con il suono marcio e secco delle chitarre, la costante sensazione durante l’ascolto di
“Tomb Of God” è che ci sia sempre un tassello nuovo da dover scoprire, sfuggito inizialmente, ma che se preso e contestualizzato al momento giusto riesce a dare una visione sempre più completa dell’album. Con
“Horde Of Crows” si spazia leggermente su lidi Stoner dove la band non sfigura assolutamente, e neanche nella conclusiva
“Mausoleum Craft” si notano dei cali, anzi, grazie a un ottimo lavoro di basso di
Harley Warlock la band costruisce un pezzo che spazia dall’occulto a una parte centrale da capogiro. Non aspettatevi certo una produzione certosina,
“Tomb Of God” ha dei suoni molto grezzi che contribuiscono a dargli quell’aura “impolverata”, e dove al contrario, se avesse avuto un sound perfetto, si sarebbe perso tutto ciò.
Consiglio fortemente
“Tomb Of God” non solo agli amanti del Doom old school, ma a chiunque abbia voglia di tuffarsi in un viaggio alla scoperta di certe sonorità ormai ritenute vecchie, ma che evidentemente possono ancora dare molto.
#noplasticmetal
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