Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:57 min.
Etichetta:Avantgarde
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. A DISH BEST SERVED COLD
  2. NO REHAB (FINAL EXIT)
  3. NEGATIVE MEGALOMANIA
  4. SCAPEGOAT
  5. BLOOD AND CONCRETE

Line up

  • Herr Morbid: guitars, vocals
  • Razor SK: guitars
  • Algol: bass
  • Asher: drums

Voto medio utenti

Subito dopo il primo ascolto di "Negative Megalomania" ho capito perché i fan dei Forgotten Tomb avessero accolto un pò freddamente le nuove composizioni della band piacentina nelle anteprime live dell'anno scorso. Fermo restando che io credo nella completa libertà di espressione di un gruppo, senza condizionamenti che ne possano ostacolare il naturale sviluppo... quanti capolavori avremmo perso se i musicisti avessero ascoltato la voce del pubblico invece del richiamo interiore?!
err Morbid fortunatemente non ha dato retta a questa sirena, proseguendo caparbiamente per la sua strada. Così "Negative Megalomania" vede l'introduzione di numerose novità nel sound dei Forgotten Tomb, ora più lento e oppressivo che in passato. Ciò che probabilmente ha fatto storcere il naso agli appassionati è l'introduzione di ritmiche più groovy e rockeggianti, insieme all'accostamento al vecchio growling di un cantato pulito che non può non riportare alla mente l'alternative americano. Entrambe queste novità hanno permesso al lavoro fresco di stampa di superare quella sensazione di freddezza che accompagnava le precedenti opere: ora è avvertibile un calore che non stempera la negatività, anzi la esalta con un alone di sarcasmo che ha un sapore quasi beffardo.
Pur non essendo d'accordo con alcune delle tematiche portate avanti da Herr Morbid, devo riconoscere che nessuno riesce a rappresentare la mia idea della vita in maniera così netta e definita. Un susseguirsi di dolori incancellabili a cui si accavallano i pochi, effimeri, momenti felici. Anche in questo "Negative Megalomania" sono le sensazioni di rabbia e odio a condurre le danze, ma inaspettatamente fa capolino anche una piccola vena di speranza udibile qua e là tra i pezzi. Musicalmente la band è fortemente debitrice nei confronti dei soliti Katatonia e Anathema (e questa volta anche dei Paradise Lost), ma grazie all'uso di strutture intricate e al dilatamento dei pezzi è riuscita a costruire una propria identità chiaramente riconoscibile.
Teniamoceli ben stretti, perché i Forgotten Tomb sono una delle realtà di cui possiamo andare più orgogliosi... da sbattere in faccia a chi dice che noi italiani sappiamo fare solo power metal.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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