La scheda di presentazione dell’opera riferisce di amicizia, stima e voglia di collaborare, ma sono sicuro che i “maligni” si affretteranno a parlare di “premeditazione” ed ennesimo inerte rimescolamento del ricco e invidiabile
roster della
Frontiers Music.
Personalmente, non potendo contare sulle “certezze” che invece sembrano sorreggere molti
cattedratici, lascio che l’unico “giudice” della situazione sia il mio “solito” fedele apparato
cardio-uditivo, il quale senza troppi sofismi, durante l’ascolto di “
Mayank” mi comunica piacevolezza e un certo appagamento, seppur in assenza del benché minimo “stupore”.
Il risultato della collaborazione tra
Gui Oliver (Auras, Landfall),
Alessandro Del Vecchio (l’elenco è troppo lungo …),
Rolf Nordstorm (Perfect Plan) e
Nicholas Papapicco (
Robin McAuley, Inner Stream,
Toby Hitchcock, …) è “semplicemente” un bel disco di
AOR Journey-
esco da consigliare istantaneamente a chi venera i
Maestri americani e pertanto ha apprezzato anche i migliori “transcodificatori” della loro immarcescibile lezione artistica.
Così, se, utilizzando similitudini molto prestigiose, The Storm, Hugo, Two Fires e Bad English, fanno tuttora vibrare vorticosamente le vostre corde sensoriali, ritengo che anche in quest’albo a nome
Mayank Feat. Gui Oliver troverete materiale sonoro adatto a sollecitare un’adeguata benefica oscillazione delle suddette.
Del resto, la nota vocazione
Perry-ana (a cui si aggiungono influssi di
Jon Bon Jovi,
Eric Martin e
Jimi Jamison) dell’ugola di
Oliver poteva rappresentare un “indizio” importante, mentre il resto lo fa una serie di composizioni sempre piuttosto ammalianti, ben assecondate dalla chitarra “educata” di
Nordstorm e da un complemento esecutivo di notevole valore e riconosciuta sensibilità.
Insomma, una situazione che rende elegante e mai fastidioso anche il “tributo” più evidente (“
We are one”, per esempio …), all’interno di un programma privo di vere controindicazioni e in cui tuttavia si stagliano “
Destiny calling”, “
Billy is on the run”, “
Miracle mile”, "
Hold on” (veramente bella …) e “
Road to paradise”, tutti brani assai emozionanti e coinvolgenti.
“
Julia's smile” e “
Sign of love”, infine, sono ballate di cui
John Waite e lo stesso
Perry sarebbero fieri, e qualora il vostro
cuoricino non s’illanguidisca di fronte a tanta passionalità, suggerisco un immediato
check-up emozionale.
Null’altro da aggiungere, direi, se non raccomandare “
Mayank” a tutti i gli amanti del genere, di quelli che nelle scelte si fanno guidare solo dalle emozioni e non badano ai pregiudizi e alla superficialità diffusa di troppi sedicenti
melomani.
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