Secondo lavoro per i Dååth, che tornano a tre anni di distanza da "Futility" con questo "The Hinderers", edito da Roadrunner. Tolta l'altisonante produzione di James Murphy, che francamente non convince nemmeno del tutto a livello di risultato sonoro, resta ben poco di scoppiettante in questo tiepido miscuglio di death metal, sound moderni, tendenze industrial e tecnicismi ritmici. Ben suonato, prodotto discretamente, ma senza comunque far urlare al miracolo, questo "The Hinderers" non riesce a dire molto di interessante nè tantomeno di personale, e suona come una delle tante release targate Metal Blade degli ultimi dieci anni, non fosse per l'aggiunta di qualche molesto synth. Mi stupisce infatti che un album del genere sia uscito per Roadrunner, essendo un episodio decisamente a sè stante rispetto al resto del catalogo della storica label. Potrei citarvi le digressioni melodiche di "Sightless" o le variazioni ritmiche di "Festival Mass Soulform", ma in fondo questo lavoro mantiene una buona uniformità e si fatica davvero a trovare un pezzo che spicchi sugli altri. L'unica cosa certa è che di death metal, almeno nella forma e sostanza che noi fans di vecchia data conosciamo, ce n'è davvero poco, e anche quel poco viene annichilito da discutibili aperture catchy. Tra campionamenti messi più cercare di darsi un proprio trademark, ed una voce scream assolutamente anonima e innocua, questo "The Hinderers" scivola via annoiando e, francamente, dubito troverà ancora posto nel mio lettore cd una volta chiusa questa recensione.
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