C’è molto dell’album solista di
Tuomas Holopainen nel secondo capitolo del side-project
AURI.
Quello che nel 2017 veniva descritto come “epic-romantic ethno pop” lascia il posto a sonorità marcatamente cinematografiche (
“Those We Don’t Speak Of” sembra uscita da
“Frozen 2”, mentre la bella
“Light And Flood” ha molto dello stile di Michael Nyman), che talvolta sfociano nel folk acustico di
Blackmore’s Night e
iamthemorning (
“The Valley”, “It Takes Me Places”, “Scattered To The Four Winds”), ma troppo spesso risultano a dir poco soporifere (penso in particolare a
“The Duty Of Dust”, a cavallo tra Enya e Mike Oldfield).
Se
“Pearl Diving” strizza l’occhio al pop e ai Pink Floyd di
“Comfortably Numb”, la conclusiva
“Fireside Bard” spicca per il contrasto tra le voci di
Troy Donockley e della sempre brava e sorprendente
Johanna Kurkela, moglie del leader dei
Nightwish.
A mio giudizio meno riuscito del
debutto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?