“The Blurred Horizon” è più noioso del suo già poco memorabile
predecessore, è questa l’amara verità. Non me ne voglia il buon
Jim Matheos - che non ringrazieremo mai abbastanza per tanti dei suoi lavori a nome
Fates Warning - ma è davvero difficile farsi conquistare da questo lato più sperimentale del chitarrista statunitense.
Prevalgono gli scenari post-rock desertici e rarefatti (
“Half Remembered”, “Half Forgotten”, o la più riuscita titletrack), poco convincenti nonostante la presenza del maestro
Gavin Harrison (ex-
Porcupine Tree,
King Crimson) alla batteria, molto meno determinante del solito.
Tolti gli episodi davvero noiosi (
“Cmwml, “Where The Enemy Sleeps”, “Near Dark”) non rimane molto, nello specifico un (inconsapevole?) tributo a Fripp/Eno (
“Laudanum Dream”), l’interessante
“Hypneurotic” (di memoria
OSI) e la cover di
“Everything Is Free”, unico brano cantato da
Tim Bowness originariamente interpretato da Gillian Welch e David Rawlings nel 2001.
Voto di circostanza.
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