Gregg Giuffria,
Punky Meadows e
Barry Brandt (
Angel), più
Rudy Sarzo all’epoca in forza ai
Quiet Riot e
Danny Freguson: questo era il progetto per il rilancio dei nuovi
Angel con alla produzione
Andy Johns (Hughes/Thrall e Trust), ma la line-up non andò in porto e, prima degli
House of Lords, Mr. Gregg varò questo gruppo in compagnia di
David Glen Eislay (vocals),
Craig Goldy (guitar),
Alan Krigger (drums) e
Chuck Wright (bass), partendo dai sublimi synth che movimentarono l’ultima traccia degli Angel, ovvero ‘
20TH Century Foxes’ sul ‘
Live Without A Net’ dell’80, scartata proprio da ‘
Sinful’ e ‘
Dance’ sembra una nuova versione cromata a dovere.
Giuffria nel medesimo anno di uscita di questo album collaborò anche al debutto del classico primo White Sister e ‘
Giuffria’ pare avere qualcosa nel repertorio.
David Glen Eislay ha la tipica voce ‘cannibale’ tanto cara ai metalheads eighties, se vogliamo una versione ‘edulcorata’ di Sua Maestà
Jon Oliva e l’opener ‘
Do Me Right’, per chi scrive, è un eterno classico dove le tastiere (...a proposito House Of Lords grandissimi ma Gregg ‘limitato’) sono fluide e nette grazie a quel brillantissimo suono synth anni ’80 che ha fatto scuola. ‘
Call To The Heart’ invece è più ‘controllata’ e sarà sfruttata come base di partenza per il secondo, e marcatamente più aor, ‘
Silk & Steel’ (capito il nome della rubrica da dove arriva?). ‘
Don’t Tear Me Down’ è dominata dalla chitarra di Goldy (ex Rough Cutt e pupillo di R.J.Dio), mentre ‘
Lonely In Love’ suggella il primo lato citando proprio i White Sister. Girando sul retro si scorge ‘
Trouble Again" che rimane il vero highlight del disco con un assolo di keys tra i più belli ‘commessi’ negli 80!
‘
Turn Me On’ è un vero e proprio tornado con ancora Goldy, che duetta con Gregg, sugli scudi. Tutti gli arrangiamenti, le chitarre unite alle orchestrazioni futuristiche di ‘Giuffria’ suonano lontano dal già sentito per l’epoca, quindi si tratta di materiale originalissimo ed innovativo per davvero, in quel magico 1984, per le sorti dell’hard & heavy come confermano anche le conclusive ‘
Line Of Fire’ e ‘
Out Of The Blue’. Come detto nell’86 replicheranno con il secondo ed ultimo ‘
Silk & Steel’ su cui i puristi dell’aor spergiurano.
Sarà, personalmente pur riconoscendo la grande qualità anche del ‘Mark II’, rimango affascinato della freschezza compositiva, dall’originalità, nonché dal suono più roboante, di questo superbo omonimo album.