Questo andazzo che hanno preso i
Sodom sinceramente non mi dispiace affatto. In un periodo maledetto come quello che stiamo vivendo, in cui i concerti sono ridotti all’osso, con conseguente blocco del merchandising, e con i dischi che si vendono sempre più in versione digitale (per fortuna c’è sempre lo zoccolo duro dei metallari che assicura vendite copiose), loro se ne fregano di tutto e di tutti, e pubblicano, a scadenza quasi regolare, un nuovo EP, dopo i precedenti “
Partisan” e “
Out of the frontline trench”, rispettivamente del 2018 e del 2019, senza scordare il full del 2020, “
Genesis XIX”.
E lo fanno perché sanno di poter contare sui die hard fans che li seguono ormai da quasi quarant’anni. Questa sorta di trend, la band l’ha inaugurato in concomitanza con lo stravolgimento di line up di quattro anni fa che ha visto il rientro dello storico chitarrista
Frank Blackfire, nonché un ritorno alle vecchie sonorità thrash tout court, scevre quindi di quelle melodie che erano entrate a far parte del sound della band negli ultimi anni.
La formula è ormai assodata, si prende un vecchio brano, nella fattispecie la titletrack “
Bombenhagel”, la si registra da capo con l’attuale line up, e vi si affianca un paio di brani inediti, giusto per tenere viva la curiosità dei fans e per dimostrare di essere vivi, vegeti e in ottima forma. Questa volta mancano gli estratti live, e i brani solo soltanto tre, ma bastano per assicurare un piatto ghiotto e ben condito, ancora una volta pubblicato sia in CD che in vinile, sia trasparente che rosso.
Ed è proprio “
Bombenhagel”, originariamente presente su “
Persecution mania”, secondo album del gruppo pubblicato nel 1987, ad aprire le danze. Credo sia del tutto inutile che stia qui a descrivervi il brano, se siete fans della band e thrashers incalliti lo conoscerete a menadito. Vi segnalo soltanto l’unica piccola differenza, e cioè che nella parte finale, quando la band accenna all’inno nazionale tedesco, nella nuova versione si fa cenno anche a quello americano e a quello russo.
I due inediti nulla aggiungono a questo ‘nuovo’ corso della band, quindi sono perfettamente allineati a quanto proposto su “
Genesis XIX” e sui due EP precedenti: thrash metal primordiale, retto da tupa-tupa insistenti, spezzato dagli assoli lancinanti di
Blackfire, col buon
Onkel Tom che svetta su tutto e tutti, col suo basso distorto ma soprattutto con la sua inconfondibile voce. Più veloce, violenta e diretta “
Coup de grace”, più lunga e articolata “
Pestiferous posse”, ma entrambe estremamente valide, specchio fedele dell’ottimo stato di forma della band di Gelsenkirchen, quindi ben vengano questi simpatici e gustosi EP tra un full e l’altro, se il livello continua a rimanere così alto.
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