E bravi
Kryptos...anche stavolta avete fatto CENTRO (ed alla grande!)
Bisogna solo augurarsi che, prima o poi, qualcuno si accorga delle doti compositive e delle reali potenzialità di questi ragazzacci indiani dalla faccia sporca, che rispecchia pienamente il loro personalissimo sound, cosi grezzo e corposo che, dopo aver ascoltato un loro disco, si ha la netta sensazione che ti sia rimasto in bocca quel sapore ruvido e ferroso che solo il METALLO PURO è in grado di lasciare.
La band, originaria di Bangalore e guidata dai veterani
Ganesh K (basso) e
Nolan Lewis (chitarra e voce), da anni sta lanciando segnali confortanti che non possono, ma soprattutto, NON DEVONO passare inosservati, a testimonianza del fatto che qualcosa di nuovo (o di vecchio, se preferite, dipende dai punti di vista) si muove all'interno del panorama heavy. I nostri infatti, hanno già ampiamente dimostrato di fare dannatamente sul serio con i precedenti bellissimi lavori, in particolare gli ultimi 3, da “The Coils Of Apollyon” (2012), passando per “Burn Up The Night” (2016), fino a giungere al più recente “Afterburner” (2019).
Apparentemente il nuovo arrivato in casa
Kryptos, intitolato
Force Of Danger, poco si discosta, da un punto di vista stilistico, dai suoi predecessori.
Siamo infatti, dinnanzi all’ennesimo album roccioso (al pari di un macigno di Stonhenge!), dal sound compatto e robusto, un heavy metal semplice ma efficace, fortemente debitore nei confronti della tradizione (in particolare della NWOBHM), ma al tempo stesso “sporcato” da venature thrash e speed/power, caratterizzato da riffs di chitarra particolarmente taglienti e talvolta piacevolmente grezzi (che nel metal non guasta mai!) aggiungendo al menu finale, quel pizzico di apprezzabilissima genuinità, a cui contribuisce anche la voce, volutamente abrasiva, del già citato singer
Nolan Lewis.
Tuttavia, ciò che rende
Force Of Danger probabilmente superiore, da un punto di vista qualitativo, rispetto ai precedenti lavori è, oltre all’artwork (e qui il miglioramento rispetto a “Afterburner” è netto!), una maggiore cura dei dettagli, in particolare per quanto riguarda le composizioni melodiche, ma anche in fase di riffing e di assoli. Se da un lato difatti, come si diceva poc'anzi, il lavoro delle chitarre è indubbiamente ispirato alla tradizione, è anche vero che i
Kryptos riescono con questo lavoro a interpretare in maniera del tutto personale tali influenze, dimostrando una maturità ed una personalità che nei precedenti dischi non era ancora emersa (per lo meno in modo cosi evidente) ed il risultato è sorprendentemente piacevole poiché, accanto a tracce tipiche dello stile della band, come la potente
Raging Steel o le “thrashiose”
Hot Wire e
Thunderchild, compaiono poi pezzi in cui sembra di ascoltare al tempo stesso i Judas Priest (in
Dawnbreakers e
Force Of Danger), gli Iron Maiden (in
Nightawk), gli Hammerfall o gli Helloween (in
Omega Point) e addirittura gli Scorpions (nella conclusiva
Shadowmancer), il tutto però affogato rigorosamente ed abbondantemente in piccantissima “salsa kryptosiana”.
Vabbè insomma, avete afferrato il concetto: questo è un altro bel discone, (l’ennesimo, nella discografia ormai più che ventennale dei
Kryptos), soprattutto se amate quel metallo nudo e crudo, magari non particolarmente complesso da un punto di vista tecnico, ma tremendamente spontaneo, che nasce dal profondo delle viscere, per essere sbattuto in faccia all'ascoltatore senza maschere o compromessi, ma con cognizione di causa, da parte di una band che, con
Force Of Danger, raggiunge probabilmente la propria consacrazione artistica sotto il profilo della maturità e della personalità.