Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:45 min.
Etichetta:Sliptrick Records

Tracklist

  1. PILE OF GRAVEL
  2. LAST TRUMPET OF A GIANT
  3. RIDDLES
  4. OSTRICH MAN
  5. TOMBSTONE RUMBLE
  6. YANAR DAG (THE BURNING MOUNTAIN)
  7. WILDFIRE
  8. WOODEN WALLS
  9. THE RAVEN

Line up

  • Joachim Akerman: vocals
  • Mikael Karlsson: guitar
  • Kalle Edh: guitar
  • Rolf Norling: bass
  • Simon Warnen: drums

Voto medio utenti

I The Mammuthus vengono da Trollhattan, cittadina della Svezia occidentale non lontana da Goteborg. Il richiamo artistico ai Mammut e geografico ai Troll, mi faceva presagire qualcosa di estremamente pesante, elefantiaco e gelidamente misterioso. Roba sludgy, collosa e nera come la pece.
Niente di più sbagliato!
Questi scandinavi sono una bella e piacevole sorpresa. Hard rock stonerizzato di gran gusto compositivo e feeling melodico da band veterana. Qualcosa a metà strada tra gli Spiritual Beggars e i The Vintage Caravan, con grande personalità e cura del songwriting. Nove canzoni varie, ben definite, ricche di soluzioni intelligenti ed ottimo groove. Niente di sconvolgente, ma il quintetto nordico esprime una freschezza di sottofondo che spesso scarseggia in questo ambito.
Un pezzo deciso e robusto come "Pile of gravel" unisce con criterio solidi riff e melodie hard ad un passo trascinato tipico dello scandi-stoner, vedi Lowrider o Greenleaf. La voce di Joachim Akerman è calda e mai eccessiva, con un timbro molto americano, gli assoli sono concisi ma pungenti e la sezione ritmica segna bene i frequenti cambi di tempo.
Più bluesy la title-track, con un'atmosfera vagamente southern ed alcolica, così come la estesa "Riddles" che è un fulgido esempio di hard rock moderno, dove il mood melodico si intreccia alla muscolarità heavy con qualche lieve pennellata psichedelica. Varietà e soluzioni, senza perdere mai il filo delle canzoni.
C'è qualche episodio più canonico ed easy-listening ("Ostrich man","Wildfire") che viene bilanciato dalla rocciosità heavy di "Tombstone rumble" o dal feeling molto sudista dell'agrodolce "Yanar Dag (the burning mountain)", ispirata ad una piccola altura dell'Azerbaigian dove il fianco della collina arde incessantemente dagli anni '50 per un fenomeno legato al gas naturale (...fire breather, breath with me...).
Interessante anche la coppia di brani finale, con l'oscura e doomeggiante "Wooden walls" che si dipana lentamente con un buon carattere di drammaticità, mentre "The raven" introduce elementi liquidi Zeppeliniani alla The Temperance Movement e si rivela episodio elegante e raffinato.

Un buon gruppo, questi The Mammuthus. Gente che non inventa nulla, ma tira fuori un bel disco utilizzando gli elementi tradizionali dell'hard rock aggiornandoli con un pizzico di granulosità stoner. Meritano un ascolto.

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