Ben 9 anni sono passati dall'ultima prova in studio degli svedesi
Aeon, che si ripresentano in questo 2021 un po' a sorpresa con il nuovo
"God Ends Here" uscito su
Metal Blade Records, etichetta con la quale la band ha ormai un rapporto che dura sin dal 2007, con il disco
"Rise To Dominate". Faccio una premessa iniziale. Sin dal momento in cui ho avuto a disposizione l'album per l'ascolto, la proposta della band in questo nuovo lavoro mi aveva convinto così tanto da andare a (ri)sentirmi i loro precedenti lavori, ed effettivamente tutto si può dire sugli
Aeon, ma non che non abbiano avuto una evoluzione musicala notevole, graduale, ma comunque di impatto.
Sostituiti il bassista e il batterista presenti nello scorso album, rispettivamente con
Tony Östman e
Janne Jaloma (quest'ultimo presente dal 2018 anche nei Dark Funeral), le aspettative che sia io che i fan della band nutrivano per
"God Ends Here" erano decisamente alte. Tanta, tantissima attesa dunque, che viene sicuramente ripagata dato che l'album offre molta qualità, ma che in certi frangenti non sembra mai davvero spiccare il volo. Questo vuoldire che stiamo parlando di un disco insufficiente? Assolutamente no, gli
Aeon come detto hanno avuto una maturità non da poco sin dalla loro formazione nel 1999, ma puntualmente sembra che, ogni volta vi sia la possibilità di fare il passo decisivo, la band non mostri mai il coraggio necessario.
"God Ends Here" è un'uscita che farà sicuramente felici tutti gli amanti del death metal made in Florida, soprattutto per quanto riguarda i Deicide degli ultimi anni, diciamo da "The Stench Of Redemption" in poi, ai quali anche il growl di
Tommy Dahlström si ispira se non addirittura replicare quello di Glen Benton, come in
"Liar's Den" o
"Deny Them Eternity". La band mostra ancora una volta come alcuni intermezzi di tastiera, messi con lo scopo di creare un'atmosfera post apocalittica o infernale, siano collocati sempre al posto giusto nel momento giusto, prendiamo ad esempio la Titletrack dove si sposano benissimo con il riffing deciso e incessante delle chitarre.
Tastiere che non mancano neanche in alcune intro sparse qua e là, e che male non fanno, dato che non essendo troppo prolisse, non rubano né troppo spazio ai pezzi veri e propri e non fanno né venire voglia di staccare dopo dieci minuti. Da segnalare infine l'ottima tripletta finale composta da
"Let The Torturing Begin",
"Despise The Cross", e
"Queen Of Lies", dove la band si destreggia molto bene tra sonorità più rallentate (per modo di dire) ed elaborate.
Cosa dire alla fine? Gli
Aeon appaiono ancora maledettamente in forma, e i pochi difetti presenti in
"God Ends Here", come una tracklist eccessivamente lunga ed una ancora troppo palese ispirazione a composizioni di Cannibal Corpse o Deicide, non possono assolutamente far esimere qualunque fan di old school death metal dall'ascolto di questo disco. Una piacevole conferma, dunque.
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