La one man band black metal francese degli Adoperta Tenebris rilascia, grazie alla Les Acteurs de l'Ombre Productions, il suo secondo lavoro "Oblivion: The Forthcoming Ends" offrendoci un gustoso mix di "vecchio" e "nuovo".
Cosa voglio dire?
La musica dell'artista francese ha i piedi ben saldi nel black metal scandinavo degli anni '90, ma non rinuncia, secondo me intelligentemente, ad utilizzare nell'amalgama elementi più moderni da ricercasi in chiare declinazioni Death e a volte più "classic", così come in certi riferimenti alle malvagie dissonanze dei conterranei DeathSpell Omega o Aosoth.
Tutto ciò si traduce in un album variegato, oscuro, implacabile, che sa equilibrare melodia e ferocia in modo molto convincente, sia quando gli Adoperta Tenebris alzano le velocità, sia quando i ritmi sono cadenzati e, quasi, marziali come accade per la maggior parte dei 48 minuti di un lavoro ben registrato, asfissiante e, certamente, lontano dalla mediocrità che, troppo spesso, ascoltiamo in giro.
"Oblivion: The Forthcoming Ends" ha dalla sua parte una notevole capacità in sede di songwriting tanto è vero che il suo ascolto scorre via liscio nonostante le strutture complesse, i toni sulfurei, i frequenti cambi di tempo ed un approccio vocale (di scuola Mikko Aspa) davvero belluino che da al lavoro una atmosfera guerresca, per quanto gelida e lontana dalla luce, molto indovinata e perfettamente in equilibrio con gli ottimi inserti melodici che, a detta del sottoscritto, rappresentano la cosa migliore di un disco da ascoltare più e più volte per essere apprezzato fino in fondo.
I miei complimenti vanno sia al gruppo sia alla etichetta che ha creduto in loro: la musica di qualità, come questa, deve sempre essere supportata a discapito delle porcherie mainstream che insozzano un ambito che, in un mondo ideale, dovrebbe dare spazio solo all'arte e non piegarsi a bieche logiche puramente commerciali cosa, fortunatamente, che è ben distante dagli Adoperta Tenebris e dalla loro squisita proposta estrema.