È impressionante la padronanza con cui la band svedese riesce a destreggiarsi tra così tanti generi musicali diversi in maniera sempre coerente e credibile. Con ogni uscita la
Diablo Swing Orchestra è capace di fare un passo in avanti nella definizione di un sound unico e personalissimo, che abbraccia sonorità apparentemente lontanissime, ma non nelle menti di
Kristin Evegård e soci.
Si parte in quarta con
“Sightseeing In The Apocalypse”, tra new wave e Queen, prima della più muscolare ed eclettica
“War Painted Valentine”. Se
“Celebremos Lo Inevitable” fonde atmosfere sud-americane e cavalcate heavy metal, la successiva
“Speed Dating An Arsonist” (che fa il paio con
“Malign Monologues”) riscrive il concetto di electro-swing. Folk piratesco e prog convivono in
“Jig Of The Century”, a cui segue la cinematografica
“The Sound Of An Unconditional Surrender”, che sfocia nel
divertissement techno/dance di
“Out Came The Hummingbirds”.
“Snake Oil Baptism” stravolge il blues elettrico dei Led Zeppelin anticipando l’elegante
“Les Invulnérables”, che mette a sistema pop, prog e atmosfere hollywoodiane. Il rockabilly sbilenco di
“Saluting The Reckoning” conduce alle conclusive
“The Prima Donna Gauntlet” - Muse sotto steroidi dal finale violentissimo - e
“Overture To A Ceasefire”, dall’arrangiamento disimpegnato e bandistico.
In un altro mondo, dovrebbe essere questa la vista dalla cima della montagna.
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