Diablo Swing Orchestra - Swagger & Stroll Down The Rabbit Hole

Copertina 8,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2021
Durata:61 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. SIGHTSEEING IN THE APOCALYPSE
  2. WAR PAINTED VALENTINE
  3. CELEBREMOS LO INEVITABLE
  4. SPEED DATING AN ARSONIST
  5. JIG OF THE CENTURY
  6. THE SOUND OF AN UNCONDITIONAL SURRENDER
  7. MALIGN MONOLOGUES
  8. OUT CAME THE HUMMINGBIRDS
  9. SNAKE OIL BAPTISM
  10. LES INVULNÉABLES
  11. SALUTING THE RECKONING
  12. THE PRIMA DONNA GAUNTLET
  13. OVERTURE TO A CEASEFIRE

Line up

  • Kristin Evegård: lead vocals, piano
  • Daniel Håkansson: guitars
  • Pontus Mantefors: guitar, synth, Fx
  • Johannes Bergion: cello, backing vocals
  • Daniel Hedin: trombone, backing vocals
  • Martin Isaksson: trumpet, backing vocals
  • Anders Johansson: bass
  • Johan Norbäck: drums

Voto medio utenti

È impressionante la padronanza con cui la band svedese riesce a destreggiarsi tra così tanti generi musicali diversi in maniera sempre coerente e credibile. Con ogni uscita la Diablo Swing Orchestra è capace di fare un passo in avanti nella definizione di un sound unico e personalissimo, che abbraccia sonorità apparentemente lontanissime, ma non nelle menti di Kristin Evegård e soci.

Si parte in quarta con “Sightseeing In The Apocalypse”, tra new wave e Queen, prima della più muscolare ed eclettica “War Painted Valentine”. Se “Celebremos Lo Inevitable” fonde atmosfere sud-americane e cavalcate heavy metal, la successiva “Speed Dating An Arsonist” (che fa il paio con “Malign Monologues”) riscrive il concetto di electro-swing. Folk piratesco e prog convivono in “Jig Of The Century”, a cui segue la cinematografica “The Sound Of An Unconditional Surrender”, che sfocia nel divertissement techno/dance di “Out Came The Hummingbirds”.

“Snake Oil Baptism” stravolge il blues elettrico dei Led Zeppelin anticipando l’elegante “Les Invulnérables”, che mette a sistema pop, prog e atmosfere hollywoodiane. Il rockabilly sbilenco di “Saluting The Reckoning” conduce alle conclusive “The Prima Donna Gauntlet” - Muse sotto steroidi dal finale violentissimo - e “Overture To A Ceasefire”, dall’arrangiamento disimpegnato e bandistico.

In un altro mondo, dovrebbe essere questa la vista dalla cima della montagna.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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