Un paio di demo,
rigorosamente su Bandcamp, riproposti poi su musicassetta, in edizione
rigorosamente limitata a 50 copie su un'etichetta
rigorosamente underground e sconosciuta ai più quale la Metal Systems.
Rigorosamente old-school.
I
Blood Sport, che mantengono il mistero sulle loro identità, si scoprono già pronti per l'esordio discografico, e lo fanno con "
Hot Blood and Cold Steel" distribuito dalla
Gates of Hell Records, un EP dove ritroviamo le quattro canzoni già note, più due novità.
Si parte proprio da queste ultime: "
Machine Gun" e "
Sin unto Death", dove il duo finnico e alle prese di uno Speed Metal grezzo e decisamente senza fronzoli, che molto deve alla progenie di Newcastle Upon Tyne (tra Venom, Atomkraft e Warhead), ma anche i canadesi Exciter e Razor. Tutta gente che, soprattutto agli esordi, pestava e randellava come se non ci fosse un domani.
Anche le quattro canzoni già pubblicate non si schiodano da questa linea, ma fanno anche poco per differenziarsi l'una dall'altra, e non aiuta una resa sonora da far invidia a quelle della Neat o della Ebony Records. La chitarra di
Burst è sovrastata dalla voce di
V (più vicina a una Kate de Lombaert che a Debbie Gunn) e dalla ritmica, ad opera dello stesso
Burst (il suo basso però pulsa che è un piacere) e dell'ospite
G.U.N. alla batteria.
I
Blood Sport hanno anticipato troppo i tempi, ma ormai non sono certo gli unici a farlo, passando direttamente dalle loro prime registrazioni ad un'uscita discografica. Al momento era ancora prematuro e così si rivelano
rigorosamente evitabili, e temo questo possa valere anche per il futuro, visto che non riscontro elementi che possano fargli fare un clamoroso exploit.
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