Sono “tempi difficili” per chi ritiene che la fazione scandinava rappresenti la punta di diamante della scena melodica europea … tra esordienti e veterani diventa davvero arduo seguire tutte le uscite di pregio di quella che continua a essere un’apparentemente inesauribile miniera di produzioni discografiche.
All’agguerrita e rigogliosa alleanza si aggiungono oggi i
Memoria Avenue, nuova “scoperta” di casa
Frontiers Music che associa l’esperienza di
Tor Talle (artefice del progetto Northern Light, nonché collaboratore di
Joe Lynn Turner,
Fergie Frederiksen,
Rob Moratti,
Steve Overland e
Tony Mills) all’urgenza comunicativa di
Jan Le’Brandt (Big City), voce emergente di sicuro valore.
A completare la
line-up, un altro bel po’ di competenza diffusa (i
curricula di
Dag Selboskar,
Svenn Huneide e
Bjørn Olav Lauvdal vantano nomi importanti, dai Da Vinci agli Street Legal), senz’altro propedeutica a rendere “
Memoria avenue” un ascolto parecchio godibile, consigliato a chi ama l’
hard melodico nordico, capace di profondere la pastosità dei suoni
adulti salvaguardando un’adeguata dose di mordente.
Appena uno
zinzino di tentazioni
prog arricchisce il canovaccio stilistico di un programma piuttosto equilibrato e scorrevole, pilotato da combinazioni strumentali sempre abbastanza coinvolgenti e dall’ugola di
Le’Brandt, adeguatamente duttile e intensa in ogni circostanza interpretativa.
“
Stuck”, “
Stranded” e “
Can't blame it on the rain” sono tutti buonissimi esempi di come il seme dell’
AOR yankee abbia trovato un terreno fertile per attecchire a ridosso del Circolo Polare Artico, mentre con “
The air that I breath” il livello di maturità espressiva e capacità seduttiva cresce ulteriormente, conquistando l’astante fin dal primo contatto.
Effetto emozionale replicato anche nel clima melodrammatico concesso a “
Waiting forever” e se “
Nathalia” piace per gli intriganti chiaroscuri sonori, “
Sometimes” riprende a esaltare la tradizione di settore grazie a buongusto armonico unito a un’eccellente prestazione canora, per poi lasciare all’
anthemica “
Run with me” e a “
Someday” il compito di rivelare il lato più energico dei
Memoria Avenue, in grado di destreggiarsi il bello stile tra le note evocative e ariose dei due brani.
“
If you fall” (con vaghi accenti U2-
eschi), “
High as a kite” e la bella “
Picket fence” avvolgono, infine, l’ascoltatore appassionato in un bozzolo di gradevole bambagia, di certo confortevole e tuttavia non particolarmente inebriante.
Un esordio onorevole, dunque, per un gruppo che se vorrà conquistare posizioni di assoluto rilievo in futuro dovrà impegnarsi a rendere ancora più incisivo il suo
songwriting.
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