Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:54 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. STUCK
  2. STRANDED
  3. CAN'T BLAME IT ON THE RAIN
  4. THE AIR THAT I BREATH
  5. WAITING FOREVER
  6. NATHALIA
  7. SOMETIMES
  8. RUN WITH ME
  9. IF YOU FALL
  10. SOMEDAY
  11. HIGH AS A KITE
  12. PICKET FENCE

Line up

  • Jan Le’Brandt: vocals, backing vocals
  • Tor Talle: guitars, keyboard, bass
  • Dag Selboskar: keyboards
  • Svenn Huneide: bass
  • Bjørn Olav Lauvdal: drums

Voto medio utenti

Sono “tempi difficili” per chi ritiene che la fazione scandinava rappresenti la punta di diamante della scena melodica europea … tra esordienti e veterani diventa davvero arduo seguire tutte le uscite di pregio di quella che continua a essere un’apparentemente inesauribile miniera di produzioni discografiche.
All’agguerrita e rigogliosa alleanza si aggiungono oggi i Memoria Avenue, nuova “scoperta” di casa Frontiers Music che associa l’esperienza di Tor Talle (artefice del progetto Northern Light, nonché collaboratore di Joe Lynn Turner, Fergie Frederiksen, Rob Moratti, Steve Overland e Tony Mills) all’urgenza comunicativa di Jan Le’Brandt (Big City), voce emergente di sicuro valore.
A completare la line-up, un altro bel po’ di competenza diffusa (i curricula di Dag Selboskar, Svenn Huneide e Bjørn Olav Lauvdal vantano nomi importanti, dai Da Vinci agli Street Legal), senz’altro propedeutica a rendere “Memoria avenue” un ascolto parecchio godibile, consigliato a chi ama l’hard melodico nordico, capace di profondere la pastosità dei suoni adulti salvaguardando un’adeguata dose di mordente.
Appena uno zinzino di tentazioni prog arricchisce il canovaccio stilistico di un programma piuttosto equilibrato e scorrevole, pilotato da combinazioni strumentali sempre abbastanza coinvolgenti e dall’ugola di Le’Brandt, adeguatamente duttile e intensa in ogni circostanza interpretativa.
Stuck”, “Stranded” e “Can't blame it on the rain” sono tutti buonissimi esempi di come il seme dell’AOR yankee abbia trovato un terreno fertile per attecchire a ridosso del Circolo Polare Artico, mentre con “The air that I breath” il livello di maturità espressiva e capacità seduttiva cresce ulteriormente, conquistando l’astante fin dal primo contatto.
Effetto emozionale replicato anche nel clima melodrammatico concesso a “Waiting forever” e se “Nathalia” piace per gli intriganti chiaroscuri sonori, “Sometimes” riprende a esaltare la tradizione di settore grazie a buongusto armonico unito a un’eccellente prestazione canora, per poi lasciare all’anthemicaRun with me” e a “Someday” il compito di rivelare il lato più energico dei Memoria Avenue, in grado di destreggiarsi il bello stile tra le note evocative e ariose dei due brani.
If you fall” (con vaghi accenti U2-eschi), “High as a kite” e la bella “Picket fence” avvolgono, infine, l’ascoltatore appassionato in un bozzolo di gradevole bambagia, di certo confortevole e tuttavia non particolarmente inebriante.
Un esordio onorevole, dunque, per un gruppo che se vorrà conquistare posizioni di assoluto rilievo in futuro dovrà impegnarsi a rendere ancora più incisivo il suo songwriting.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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