ANTEPRIMA DI “CHINESE DEMOCRACY”
8 Novembre 2008 - Universal Studios, Milano. Ore 14:00Correva l’anno 1991. Quando ancora si compravano i vinili mentre i compact disc erano quasi un lusso per pochi.
Erano i tempi di
Headbanger' Ball e di
Wayne’s world, di
Terminator 2 e della triste dipartita del grande
Freddie…erano i tempi di
USE YOUR ILLUSION, i tempi gloriosi dei
GUNS ‘N’ ROSES.
Sono passati 17 anni dalle ultime note e parole originali di una delle band più eclettiche degli ultimi 20 anni ed oggi mi ritrovo qui, negli studi della
Universal, trepidando e aspettando che si schiacci “play” dando inizio all’ascolto dell’album più discusso e atteso del panorama rock mondiale:
CHINESE DEMOCRACY, in uscita il prossimo 21 Novembre.
E questa volta è vero.
A fare da “apri pista” è l’omonima
Chinese Democracy , indubbiamente già hit, che avevamo avuto modo di ascoltare alla radio nelle ultime settimane.
Un intro che milioni di fan (e non solo) hanno sognato di poter udire per anni, finalmente ci siamo!
L’inizio promette davvero bene, ottima anche la voce di
Axl Rose che sui toni alti sembra non essere cambiata d’una virgola. Un sound potente, uno stile Guns ma pienamente attuale.
Ecco che però già sulla seconda traccia
Shackler’s Revenge, pubblicata come colonna sonora del video gioco
Rock Band 2, comincio ad avere degli attacchi di orticaria che sfociano in raptus suicida al decimo secondo di
Better…una di lagna spaventosa dove persino Axl è irriconoscibile!
Segni di ripresa con prima ballata dell’album,
Street of Dreams, che sulle note iniziali ricorda “stranamente”
November Rain… decisamente old style o original style se si preferisce, con un richiamo al metallico sound del basso di
Duff McKagan.
Altra canzone degna di nota è
There Was a Time, parecchio sinfonica ma con le tipiche linee vocali e melodiche di Rose, ma è
Scraped, a metà dell’album che mi fa battere il piedino a tempo sul pavimento, visto che un headbanging sarebbe abbastanza fuori luogo!
Le successive 7 tracce sono un susseguirsi di pseudo ballad misto Nilla Pizzi versione AOR e un tentativo di emulare le odierne band alternative.
Dizzy Reed e le sue tastiere sono onnipresenti dal primo all’ultimo minuto di ogni canzone e
Madagascar è forse la peggiore di tutte, nonostante voglia rievocare con tanto di campionatura la splendida
Civil War.
Noto senza alcuno stupore che l’umore del vecchio Axl non sembra affatto migliorato, tant’è che le sue nuove canzoni raccontano ancora di tristi accadimenti.
Speravo in una chiusura potente o quantomeno bizzarra (in senso positivo ovviamente), ma ahimè non è così. Un’ultima ballata,
This I Love (con orchestra diretta dall’italiano
Marco Beltrami) che potrebbe far rabbrividire persino chi auspica l’abolizione di Gigi D’Alessio, di una tristezza che non ha assolutamente nulla a che fare con l’importanza del nome che porta questa band, nonostante i precedenti album fossero comunque improntati su un’atmosfera abbastanza negativa.
Arrivati al 71esimo minuto e all’ultimo brano,
Prostitute, faccio “spalluccia” e mi prometto di riascoltarlo con più calma…chissà che non mi risulti migliore la prossima volta!
Vorrei riservarmi la facoltà di non giudicare ma, e lo dico da fan dei Guns ‘n’roses, devo ammetterlo: 15 anni di lavorazione per un disco davvero poco entusiasmante...
Un eccellente sound, begli assoli e anche più virtuosi rispetto a quelli di Slash ma si sente la mancanza della Les Paul e del tocco blues.
Il basso è praticamente inesistente in molti pezzi mentre spadroneggiano pianoforte e tastiere che rendono queste 14 canzoni troppo simili fra loro ed insolitamente smielate, tanto da trasformare l’album in un prodotto pop e non metal.
Quelli di
Chinese Democracy sono sì dei Guns completamente rinnovati ma assolutamente incomparabili ai vecchi. Dove sono finite la carica e la potenza di
Appetite for destruction? L’originalità che contraddistingueva la band è svanita nel nulla ed evidentemente la causa è lo scioglimento della storica formazione.
Non che i lavori solisti di
Slash,
Izzy Stradlin o gli album dei
Velvet Revolver siano stati dei capolavori, quindi credo proprio che il “genio” Guns n’ Roses si nascondesse dietro il detto “l’unione fa la forza”.
Che dire...a volte è meglio ricordare i tempi migliori piuttosto che cercare di imitarli.