Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:36 min.
Etichetta:Cooking Vinyl

Tracklist

  1. WELCOME TAE GLASGAE
  2. IT'S LOVE, JIM
  3. MOTORHEART
  4. POWER AND THE GLORY OF LOVE
  5. JUSSY'S GIRL
  6. STICKY SITUATIONS
  7. NOBODY CAN SEE ME CRY
  8. EASTBOUND
  9. SPEED OF THE NITE TIME

Line up

  • Justin Hawkins: vocal, guitar
  • Daniel Hawkins: guitars
  • Frankie Poullain: bass
  • Rufus Taylor: drums

Voto medio utenti

Prodotto da Dan Hawkins ( chitarrista e fratello di Justin ), il nuovo lavoro della istrionica band inglese è senza dubbio quello più metallico in assoluto.
D'altronde il titolo stesso "Motorheart" fa venire subito in mente i Motorhead e Justin Hawkins ha ammesso di aver trovato ispirazione proprio nella band di Lemmy per il titolo del disco.
Pur senza aver abbandonato la vena melodica, i falsetti, i cori e l'ironia di fondo che li ha sempre contraddistinti, questa volta i The Darkness hanno decisamente schiacciato sul pedale dell'accelerartore nel comporre le 9 canzoni di "Motorheart" ( che diventano 12 coi brani "You Don't Have To Be Crazy About Me… But It Helps", "It's A Love Thang (You Wouldn't Understand)" e "So Long" nell'edizione deluxe purtroppo non in mio possesso).
Il disco si apre con la celebrativa "Welcome Tae Glasgae" un omaggio a Glasgow e alla Scozia in particolare, definita da Justin come uno dei migliori posti dove suonare soprattutto per una band inglese, ed è subito The Darkness-style con un giro di basso di Motorhediana memoria, chitarre ruggenti, vocals istrioniche e le cornamuse di sottofondo, semplicemente irresistibile.
Le melodie ed atmosfere kitch che ricordano i Queen - da sempre marchio di fabbrica dei The Darkness - sono molto più sfumate in questo lavoro che invece predilige ritmiche sostenute, riff di chitarra potenti e secchi e sfuriate metal ( "Nobody Can See Me Crying", "It's Love, Jim").
Non abbiamo vere ballads, seppure i Nostri le abbiano sempre composte in modo egregio, ed anche i pochi brani tranquilli hanno una ritmica sostenuta ("Jussy's Girl", "Sticky Situations"), le vocals di Justin sono la marcia in più grazie alla grande estensione, agli acuti e ai falsetti che denotano la grande duttilità del frontman che, non dimentichiamolo, è pure autore dei solos di chitarra sempre tecnicamente eccelsi.
Nei The Darkness convivono due anime, quella più metal di Dan Hawkins e quella più melodica del fratello, e dalla loro unione nascono brani grandiosi come l'up tempo di "The Power And The Glory Of Love" ( chi ha detto Ac Dc?), e soprattutto il piccolo, grande capolavoro rappresentato dalla titletrack, un'opera che unisce grinta, melodia, chorus teatrali, cori, accelerazioni e rallentamenti spettacolari, il tutto condito in salsa prog-metal.
Davvero non si può chiedere di più ad un album che non stanca mai ed anzi diventa più accattivante ascolto dopo ascolto.
Finchè ci saranno gruppi come i The Darkness, il Rock non morirà mai


Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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