Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Darker than Black Records

Tracklist

  1. HAIL THE NEWBORN VAMPIIR
  2. BLACKMOON DEVOURER (UNHOLY TERROR OF COUNTRYSIDES)
  3. REDWATER FANGSOURCE
  4. NOCTURNAL WINGSWIRL
  5. EXILE BLOODTOWER
  6. FEAR THE SUNLIGHT

Line up

  • Sadomaster: vocals, guitars, bass
  • A.B.: drums, keyboards

Voto medio utenti

Figli del Black Metal di matrice finlandese e della fascinazione per il vampirismo, nella sua accezione più sanguinolenta e terrorizzante piuttosto che romantica e gotica, esordiscono gli italiani Morcolac che, sotto l'egida della Darker than Black Records, rilasciano "A Vampiir Is Born" un album oscuro e melodico che farà la felicità di tutti coloro i quali si nutrono di atmosfere notturne e misteriose.
Come accennato all'inizio, il suono del gruppo del leader Sadomaster (per l'occasione affiancato da A.B. alla batteria e tastiere) è influenzato, piuttosto evidentemente, dalla scuola finnica, Satanic Warmaster in primis, senza disdegnare riferimenti ai francesi Mutiilation, il tutto declinato in una prospettiva che da molto spazio alla melodia, esaltata dall'uso delle tastiere, dei pianoforti, e dell'organo, che costituisce il tratto distintivo di un lavoro in cui, vorrei fosse chiaro, non manca, di certo, l'estremismo ed il gelo tipico del genere, anche se è l'atmosfera, lugubre e misteriosa, a farla da padrona per esplicita volontà di un gruppo che mi sembra puntare molto in questa direzione.
Probabilmente, a livello di mastering, le tastiere hanno suoni troppi alti rispetto agli altri strumenti, così come a livello di songwriting avrei preferito che i nostri avessero osato qualcosa in più, tuttavia "A Vampiir Is Born" contiene una manciata di brani di sicuro impatto, "facili" da memorizzare, intrisi di sangue, violenti e, intelligentemente, in bilico tra partiture più veloci ed altre, a mio parere le più efficaci, più lente dove i Morcolac riescono davvero a colpire l'ascoltatore con il loro suono antico ma sempre attuale nella sua sprezzante misantropia.
Non siamo al cospetto di un album rivoluzionario o particolarmente originale, ma la qualità è sicuramente alta ed il percorso che il gruppo ha iniziato va, indubbiamente, nella giusta direzione.
Quella della pura malvagità.
Brindiamo con calici di liquido caldo e rosso.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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