Negli ultimi anni è stato un proliferare di band dedite alla musica strumentale “estrema” più ibrida e articolata (in ordine sparso,
Animals As Leaders,
Nova Collective e
Lux Terminus).
I norvegesi
Navian rientrano di diritto in questa categoria di formazioni, con sonorità complessivamente melodiche a cavallo tra il
guitar-hero(t)ismo dei vari Vai, Satriani e Petrucci e la complessità propria della scrittura “di gruppo”.
È evidente la formazione accademica del trio conosciutosi durante le lezioni di un corso di musica contemporanea d’insieme, che traspare tanto nelle buone
“Luna” e
“Apricity” quanto nelle ottime
“Duchess” (con il cameo di
Mats Haugen dei
Circus Maximus) e
“Cosmos”.
La breve durata del full-length (meno di 40 minuti) contribuisce alla “digeribilità” della proposta, a volte un tantino cervellotica (
“Silver Lining”, “Breeze”) ma mai troppo sopra le righe.
Un lavoro solido, tuttavia non abbastanza coraggioso e originale da far gridare al miracolo.
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