Chi mi conosce sa perfettamente che non vado molto per il sottile quando si tratta di thrash. Ad un album perfettamente suonato e prodotto, spesso e volentieri preferisco un disco anche più grezzo ma sicuramente più genuino. Ovviamente non mi piace superare un certo limite di decenza, la cosa che mi preme è che i brani siano validi e trasmettano qualcosa. Troppo spesso, infatti, negli ultimi anni, una marea di band ha cavalcato l’onda del revival pensando di poter prendere per il culo gli ascoltatori mettendo quattro riff in croce e registrando il tutto nella cantina dello zio. Beh, dispiace deluderli, ma non è affatto così che funziona…
Questo preambolo per dire che questa volta, con i
Wraith non ci siamo, perché la loro proposta è veramente troppo scarna, minimale e poco curata dal punto di vista del songwriting. Spinti da un’attitudine punk che li può accumunare vagamente ai Toxic Holocaust, partono da una base thrash metal stile vecchi Metallica, ed incorporano qualche elemento di black primordiale, con classico vocione roco e chitarre motosega. Ma, come dicevo prima, non basta tutto questo per fare di “
Undo the chains” un disco degno di grande attenzione.
Troppa poca la cura compositiva, troppo approssimativa l’esecuzione, troppo elementari le soluzioni scelte. In definitiva stiamo parlando di un disco che non è brutto al 100%, anzi, se vi piacciono le sonorità più grezze potreste anche trovarlo di vostro gradimento, ma non ha assolutamente nulla che possa distinguerlo da altri mille prodotti simili che circolano nell’underground. Trascurabile.
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