Quando mi sono avvicinato a questa ristampa da parte della
MDD Records dell'esordio dei
Sentinel Beast non ricordavo di aver già recensito il precedente recupero ad opera della Marquee Records. Noto subito che nell'occasione viene però recuperata la sola tracklist originale, senza l'aggiunta di alcuna bonus track.
Ad ogni modo, visto che non ho mai cambiato idea nei confronti "
Depths of Death", sin dai tempi in cui, alla sua uscita, ne acquistai il Long Playing, recupero direttamente quanto scrissi nel 2015:
[... A metà degli anni '80 da Sacramento (California) i
Sentinel Beast diedero alle stampe il loro primo e unico album, "
Depths of Death", un lavoro dalle sonorità più Speed che Thrash che si caratterizzava per la presenza dietro al microfono di una cantante - e all'epoca non una scelta così comune come oggigiorno - e nella tracklist quella della cover di un brano degli Iron Maiden.
La prima figura è quella di
Debbie Gunn, poi con Znowhite e nelle (svedesi) Ice Age, la seconda una "
Phantom of the Opera" che in questa occasione
corre libera decisamente più dell'originale.
Non è la prima volta che "
Depths of Death" viene ristampato, ricordo, infatti, le edizioni della Old Metal Records e quella (per quanto solo in vinile) della High Roller, ora tocca invece alla Marquee Records dargli un'ulteriore occasione di far breccia tra i metalheads, sfruttando anche quella voglia di
revival che si respira in questi ultimi tempi.
Un lavoro che ai tempi della Metal Blade non ha goduto di una produzione ottimale, poco dinamica e troppo pastosa, con il basso di
Michael Spencer sempre in bella evidenza e a penalizzare maggiormente le chitarre e il drumming di
Scott Awes, e il confronto con gli standard attuali acuisce ulteriormente i limiti della resa sonora, cui pongono rimedio i
Sentinel Beast buttando il cuore oltre all'ostacolo.
Dopo l'epicità e il passo spedito (e priestiano) della titletrack tocca all'irruenza di "
Mourir" mettere in risalto il basso di
Spencer e la voce riottosa di
Debbie Gunn, mentre non vanno oltre il compitino le chitarre di
Barry Fischel e
Mark Koyasako che si fanno invece meglio apprezzare sulla successiva "
Dogs of War", un brano massiccio dai sussulti improvvisi dove i
Sentinel Beast sembrano voler rincorrere gli Exciter.
Il passo inizialmente maideniano e ragionato di "
Corpse" lascia presto spazio ad una dose di velenosa cattiveria (un po' come i primissimi Slayer), però con esiti non particolarmente avvincenti che non ne fanno uno dei punti di forza di "
Depths of Death". La stessa cover di "
Phantom of the Opera", come anticipato non è sicuramente trascendentale, per quanto velocizzata e dal sicuro impatto, con la voce della
Gunn in primo piano.
Curiosamente pezzi come "
Evil Is the Night" o la stessa "
Sentinel Beast" non sono molto distanti dalle sonorità affrontate da quei Flotsam & Jetsam con i quali la formazione di
Debbie Gunn incrocerà successivamente la sua strada, finendo poi per smarrirla, visto che quando poi
Spencer lascerà la band per rimpiazzare Jason Newsted nei Flots, i
Sentinel Beast termineranno sin troppo velocemente la loro corsa.
Per quanto meritorio di questa operazione di recupero, peraltro limitata ai brani dell'album originale con l'aggiunta della sola versione demo di "
Sentinel Beast" apparsa sulla raccolta Metal Massacre VII, continuo - ora come ai tempi - a ritenere "
Depths of Death" un album talvolta sopravalutato, discreto ma poco più.
...]Metal.it
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