Copertina 7

Info

Demo
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:25 min.

Tracklist

  1. LIVING AGONY
  2. LORD BYRON
  3. TRAGEDY (ILLUSORY EXISTENCE)
  4. SLAVES OF YOURSELVES
  5. BLOOD OF THE KINGS

Line up

  • Matteo Bravi: vocals
  • Raffaele "Salo" Salomoni: guitars
  • Emanuele "Meme" Torchio: bass
  • Alessandro Battini: keyboard
  • Antonio Ricchiuti: drums

Voto medio utenti

Gli Orion hanno sicuramente un pregio: sono un gruppo difficile da inquadrare. Formatisi a Pavia ed attivi da parecchi anni, hanno mosso i primi passi come quasi tutte le altre bands: da cover band. Da qui ad arrivare a "Illusory Existence" sono successe un sacco di cose, e credo che continuando a lavorare in questa stessa direzione gli Orion si toglieranno un sacco di soddisfazioni. Le cose migliori subito in apertura. "Living Agony" è una death'n thrash song moderna dove si fanno subito notare gli inserti di tastiera di Alessandro Battini, ultimo innesto nella lineup ed anche membro dei Dark Horizon. Una ritmica serrata fa da sfondo per il cantato aggressivo di Matteo Bravi, il quale si adatta con facilità al brano passando da soluzioni tipicamente thrashy allo screaming. In questi frangenti mi ricorda parecchio l'Anders Frieden più grezzo, ed è un altro punto di merito per gli Orion riuscire ad evitare facili accostamenti con l'accoppiata In Flames/Dark Tranquillity. E' evidente che su "Illusory Existence" non siamo incappati in un canonico Melodic Death Metal, ma gli Orion propongono qualcosa di più complesso (talvolta con qualche ingenuità) e personale. Se sul brano precedente erano il Death/Thrash a farla da padrone, "Lord Byron" mette in mostra un animo più powereggiante, sempre punteggiato però da stilettate aggressive. "Tragedy (Illusory Existence)" mostra invece qualche richiamo allo stile In Flames, inoltre in qualche passaggio mi sembra percepire qualche richiamo al Black Metal sinfonico, mentre non è di certo un miraggio il finale su ritmiche tipicamente Thrash. Si muove in maniera non troppo dissimile la seguente "Slaves of Yourselves", dove il gruppo corre meno ma nei vari stacchi strumentali presenti sul pezzo mette in mostra un ottimo bagaglio tecnico.
In chiusura gli Orion tirano fuori la parte di Defender che ogni metallaro DEVE (chi più chi meno) avere nel suo cuore, sulla cover (non riportata nella tracklist) di "Blood of the Kings" dei Manowar. Inizialmente piuttosto fedeli all'originale, poi presa confidenza con il pezzo ci mettono del loro, sopratutto con l'inserimento delle keys di Alessandro, peccato solo per la produzione che non si attesta ai livelli (più che discreti) degli altri pezzi.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.