È uscito il nuovo album della misteriosa ( non ho trovato tracce di lineup!) band torinese hard ‘n’ heavy Black Violence.
Il lavoro, curato e interessante, merita un attento ascolto a dimostrazione del fatto che l'underground italiano è piu' che mai vivo.
Cominciamo col dire che la musica dei Nostri si inquadra in un metal oscuro con contaminazioni elettroniche alla Rammstein e nu metal, pur rimanendo saldamente in ambito hard rock per quanto riguarda le strutture melodiche dei brani. Lungo tutto il lavoro aleggia un'aurea di mistero ed oppressione enfatizzata dall'uso di effetti sonori, keyboards, suoni cupi e saturi delle chitarre e un'interpretazione istrionica delle vocals a tratti cattive -- quasi growl - e a tratti pulite ed evocative come nella bellissima "Sundey 20" ( cantata in italiano ). La struttura dei brani è semplice e lineare e mai banale e nonostante la band non sia propriamente virtuosa nell'esecuzione, riesce a creare trame sempre interessanti come nell'opener "Lucifer's Day" un pezzo quasi sabbathiano ricco di contaminazioni e campionature, "The End" che strizza l'occhio ai Death SS, in "Traum" dalla forte impronta Rammstein ( e difatti è cantata in tedesco ) o in "Death Of Valley" caratterizzata da un lungo arpeggio che sfocia nel violento chorus e "My Phoenix Reborn" molto ottantiana nei riff di chitarra.
I suoni cupi ed opprimenti continuano nella claustrofobica "Labyrinth Of Blasphemy" mentre "Bloody Bride" è una sorta di power-ballad con tanto di orchestrazione ed archi e con Derek Sherinian (Alice Cooper, Billy Idol) alle tastiere.

Influenzata e contaminata ma capace di rimanere "classica" nel suo mood, la band torinese va avanti con coraggio e personalità e già per questo merita il vs ascolto e supporto.