Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:56 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. CRIMSON MESSIAH
  2. MALLEUS MALEFICARUM
  3. WE RULE THE NIGHT
  4. CROSSING SHORES
  5. MIRAGE
  6. STRANGERS (IN MY MIND)
  7. HELLISH QUEEN
  8. GUARDIANS OF STEEL
  9. SAVIORS OF THE HOLY LIE
  10. LOST FOREVER (BONUS TRACK)

Line up

  • Denis Brosowski: vocals
  • Harms Wendler: guitars
  • Oliver von Daak: guitars
  • Jan Sasse: bass
  • Kai Ludwig: drums

Voto medio utenti

Ecco il disco che i Crimson Glory avrebbero dovuto fare dopo "Transcendence" e prima (forse al posto...) di "Strange and Beautiful".

Ma "Crimson Messiah" (questo titolo sarà solo una coincidenza?) non arriva dalla Florida, ma dalla più vicina Germania e ad opera degli Iron Fate, che erano fermi all'esordio "Cast in Iron", uscito ben undici anni fa. Un tempo, come vedremo, che hanno saputo sfruttare alla grande.

Diciamo subito che al di là dell'introduzione ad effetto, non siamo di fronte a dei meri emuli dei Crimson Glory, visto che nello scorrere di "Crimson Messiah" si scoprono altri possibili accostamenti, come, ad esempio, quelli a Queensrÿche, Agent Steel, Jacobs Dream, Jag Panzer (citazione obbligata, come scopriremo in seguito), Judas Priest e Ronnie James Dio.

La titletrack, posta spavaldamente in apertura, è lesta a evidenziare come gli Iron Fate sappiano cavarsela senza timori nel confrontarsi con il Power & Speed made in USA, infatti, i mezzi li hanno: chitarre saettanti, una ritmica rutilante ed incisiva e la voce di Denis Brosowski versatile e potente. Non gli è da meno la seguente "Malleus Maleficarum", con i Sanctuary tirati in ballo qua e là, anche se nel ritornello sembra quasi di trovarsi alle prese con i Primal Fear. A sorpresa incappiamo poi in quelle atmosfere Hard Rock ottantiane di "We Rule the Night", tra Bonfire e Scorpions, che stonano un po' nell'economia dell'album, un episodio un po' insipido e banale, dove comunque gli Iron Fate tengono botta. Si riattraversa l'Oceano Atlantico prima con l'epicità di una "Crossing Shores" dove ad accompagnare Brosowski scopriamo proprio il cantante dei già citati Jag Panzer, l'immenso Harry Conklin, quindi con "Mirage", più rapida e pulsante, dove inizia già a intravedersi lo spettro dei Queensrÿche, quello che poi prenderà il totale controllo della melodica e introspettiva "Strangers (In My Mind)", a mio parere la punta di diamante dell'intero album, grazie anche ad una stupenda prova di Brosowski. Tocca dunque alla frizzante, e in grado di unire il Power Teutonico degli Helloween a quello Stars and Stripes, "Hellish Queen", seguita a ruota prima da una "Guardians of Steel" che sprizza Judas Priest da tutti i pori e poi da "Saviors of the Holy Lie", che chiude le danze riecheggiando i toni dei Black Sabbath nel loro periodo con Ronnie James Dio.

Ma non è finita qui, almeno per chi sceglierà la versione in CD Digipak, dove troverà una (vera) cover dei Black Sabbath, nientemeno che quella di "Lost Forever", da "The Eternal Idol" (1987), con Brosowski che deve fare i conti con Tony Martin, e lo fa senza uscirne non le rotta ossa. Anzi.

Se solo qua e là un certo effetto "cover band" non fosse così accentuato, "Crimson Messiah" si sarebbe piazzato più in alto nella mia Top Ten del 2021.
Ma un posticino se lo è ritagliato a pieno diritto.



Metal.it
What else?

Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 dic 2021 alle 16:38

Mamma mia che disco!!!!! Proprio sul finire del 2021!

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.