Un bel tuffo negli anni '80. Con i calabresi Dustland pare di tornare indietro di un ventennio, all'epoca dei primi e sintetici Iron Maiden o ancora meglio dei Crossfire o degli Oz. Riffs semplici e diretti, una spruzzata di melodia, l'idea di proporre un metal delle origini sgravato delle tante evoluzioni successive. Una ricetta spesso vincente per realizzare un disco di buon vecchio metal classico senza tante paranoie. Purtroppo questa formazione, tra inesperienza, mezzi limitatissimi, problemi con i bassisti, si attesta per il momento su un livello sotto la sufficienza. Brani mediamente lunghi, forse troppo per uno stile che dovrebbe fare della concretezza ed immediatezza la propria forza, con tentativi di cambiare passo che appaiono talvolta quasi casuali e non coordinati, parti vocali veramente deboli e totalmente da rivedere, songwriting ancora acerbo che pesca, senza troppa personalità, tra cose già sfruttate all'infinito. Resta la volontà e l'impegno, ma non ci sono per ora i mezzi adatti. Certo non è tutto da buttare, il lavoro delle chitarre è discreto, compare qua e là qualche buon assolo, apprezzabile il tentativo di introdurre un po' d'atmosfera in "Mercenary knight", uno di quei brani che parte morbido e suadente per crescere alla distanza, qualcosa alla R.J.Dio, peccato che i Dustland non possano disporre del minuscolo cantante. Si potrebbe partire da "Oblivion", la traccia più sostanziosa, in grado di sfoggiare una certa marzialità ed un velo di tristezza che crea contrasto con i lunghi stacchi strumentali, per cercare di migliorarsi a patto di lavorare sodo ed in maniera profonda e, a mio parere, di procurarsi un cantante potente e ruvido che possa dare nerbo alle canzoni.
Contatti:
info@dustland.it
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?