Copertina 8

Info

Anno di uscita:2022
Durata:95 min.
Etichetta:Sifare Records

Tracklist

  1. DEPOSUIT POTENTES
  2. THRESHOLD OF MIRACLES
  3. TEARS TO SPLENDOR
  4. DIES IRAE
  5. NEVER ASHES AGAIN
  6. ROYAL OVERTURE
  7. HYMN OF LIFE
  8. SYMPHONY OF DEATH
  9. REVOLUTIONARY ODYSSEY
  10. ALIGHT
  11. THE ABSOLUTION
  12. MANIA
  13. POWER TAKE HOLD
  14. EVOLUTION
  15. THE EYE OF THE GUARDIAN
  16. DEEP CORE
  17. THE EMPIRE
  18. TRAGIC SERENADE

Line up

  • Mistheria: keyboards, piano, orchestrations
  • Guests

Voto medio utenti

Questo bellissimo progetto dovrebbe essere usato come materiale didattico per le scuole, perché qui si fa cultura e storia in modo alternativo ma vincente.
Il progetto nato per volontà del compositore e tastierista oltre che grande artista nostrano Mistheria, ha come obbiettivo di rileggere in chiave symphonic metal la musica classica; se col primo capitolo “The Four Seasons” era incentrato sulle composizioni del sommo Antonio Vivaldi, il cui cognome è parte integrante del nome che porta questo progetto.
Il nuovo lavoro allarga lo spazio e ventaglio con riletture di brani celeberrimi di maestri come Bach, Faurè, Schubert, Brahms, Beethoven, Mozart ecc.
Un grande lavoro per poter tradurre in note metalliche e potenti queste maestose composizioni, come il precedente lavoro il nostro è stato supportato da un mare di ospiti di lusso che con la loro passione e gusto hanno impreziosito ogni singolo brano; parliamo di gente come Chris Caffery (Savatage), Mike Portnoy, Steve DiGiorgio (Testament), Dirk Verbeuren (Megadeth), Jennifer Batten, Giacomo Voli (Rhapsody Of Fire), Alessandro Del Vecchio (Jorn, Revolution Saints) e molti altri, scusate se è poco.
Si va dalla possente introduzione orchestrale “Deposuit potentes” dove il metallo pesante si fonde con orchestra e cori, alla coinvolgente “Tears to splendor” epica e con dei solos gustosi dove il symphonic power si esalta al massimo.
Ma anche il pathos ha il suo acme; perché questo lavoro non è vuoto di emozioni, non è una vetrina sterile ad uso e consumo di musicisti blasonati; qui si sente toccare la corda interiore più intima come nella superba “Hymn of life”, dove il mid tempo di matrice heavy con orchestrazione e cori azzeccati da spazio a due grandi voci maschili e femminili che nel chorus ti prendono in profondità.
Altro brano eccellente è “Power take hold”, con un attacco lasciato ai cori e orchestrazioni per poi ecco arrivare un suono pesante e moderno assieme; anche qui si trova un bel dualismo tra voce maschile e femminile.
Chiude il tutto “Tragic serenades”, vediamo chi sa indovinare di che rilettura si tratta; brano drammatico con il piano che punteggia delicatamente con gli ospiti che sanno interpretare in maniera eccelsa questa composizione.
Disco da avere per l’alta qualità e soprattutto perché è un lavoro che coinvolge e potrà essere apprezzato da ampio spettro; consigliato a chi mastica poco di musica classica “colta”, ma anche a chi non ha come l’heavy metal tra gli ascolti preferiti ma preferisce sinfonie senza tempo, obbiettivo centrato!

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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