So già che in molti storceranno la bocca vedendo questo disco relegato tra gli highlights. Come so che sono stati molti quelli che hanno mal digerito l'evoluzione quasi improvvisa che i
Reckless Love hanno avuto dal precedente
"InVader" a questo
'Turborider'. Ammetto che, al tempo dell'uscita del primo singolo
"Outrun", avevo anche io parecchie dubbi e sopratutto paure.
Paura che fondamentalmente la band avesse deciso di virare su questa sorta di synth pop metal giusto per seguire il trend modaiolo che da un paio d'anni sembra aver preso piede seguendo i lavori di band come Beast In Black, Amaranthe, Battle Beast o, per andare sul recente, l'ultimo lavoro degli Orden Ogan.
L'impressione che invece ho avuto durante l'ascolto di
'Turborider' è stata quella di un disco molto più concentrato sulla qualità (sicuramente ritenuta discutibile per chi è affezionato ai primi lavori) che alla quantità o al semplice essere orecchiabili. Certo, sarebbe comunque da completo incoerente affermare che i
Reckless Love non abbiano provato ad espandere la loro platea con questo nuovo lavoro, ma la sensazione è quella che il pulsante con scritto
'Concentrazione: ON' sia rimasto accesso e ben visibile.
Ogni pezzo presente potrebbe rappresentare una vera e propria hit se fossimo negli anni 80', passando da
"Eyes Of A Maniac" alla Titletrack con il suo ritornello in continuo crescendo, che proprio un po' come il titolo, ricorda quella 'Turbo' dei Judas Priest che a sua volta aveva fatto tanto scandalo. C'è spazio anche per la cover di
'Bark At The Moon' del madman in persona, eseguita magistralmente e senza snaturarla troppo. Oltre la voce pulita e tremendamente catchy di
Olli Herman, spiccano gli assoli di chitarra di
Pepe Reckless non troppo invadenti in tutta la durata dell'album, ma quando è il loro turno...pura goduria signori. La seconda parte del full length si apre prima con un intro che fa da apriporta a
"Like A Cobra" e
"For The Love Of Good Times", due pezzi che sembrano essere usciti dalle casse di una discoteca dei vecchi tempi, con quelle palle a specchio con glitter che decoravano l'ambiente e gente con le capigliature più insensate possibili. Ecco, ascoltando con attenzione possiamo notare come la prima parte di
'Turborider' abbia delle chitarre più incisive, mentre nella seconda la band decide di puntare più su tastiere e effetti similari per creare quell'atmosfera più da disco music, come possiao anche sentire su
"Future Lover Boy" e
"89' Sparkle".
Che dire?
'Turborider' è un disco che seppur si allontani con decisione dallo stile intrapreso dai
Reckless Love precedentemente, spacca e nel vero senso della parola. D'altronde, riprendendo il discorso dei dubbi espressi ad inizio recensione, avrei fatto di tutto per non vedere questi ragazzi ridursi come gli Steel Panther, una band divertente nei primi due album, poi ridottasi a macchietta. Vedremo poi se la band deciderà di continuare su questa strada o riprendere il discorso dei dischi precedenti, nel frattempo il giudizio è assolutamente positivo.
Ps:
Joey, perdonami perchè ho peccato.
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